Recensione di Valerio Vitelli dal blog A Drop in the Ocean
Il romanzo di Alessandro Forlani, uscito a Novembre 2012 nella collana
Urania classica (per chi di voi fosse vissuto fino ad adesso su Marte,
Urania è una collana mensile di fantascienza da edicola che esce, nel
bene e nel male, ininterrottamente dal 1952) è riuscito nel non facile
intento di far parlare di sè in lungo e in largo per la Blogosfera. Ne
hanno parlato meglio di quanto potrò fare io Davide Mana su "Strategie Evolutive" e Argonauta Xeno sull'omonimo blog.
E' importante che il romanzo ottenga recensioni e discussione
all'interno del fandom, perchè I senza-tempo è anche vincitore del
Premio Urania, il più importante riconoscimento per la narrativa
fantascientifica italiana, e del premio Kipple. Discutere di questo romanzo in un certo senso è quindi tastare il polso del livello della fantascienza in Italia.
Siamo di fronte a quello che gli inglesi chiamerebbero "novelette": il
romanzo è infatti molto breve, 105 pagine. La brevità però non impedisce
a Forlani di raccontare una trama compiuta, dove non manca una buona
dose di azione e adrenalina e di tratteggiare in pochi ma efficaci
passaggi il mondo in cui si svolge la vicenda. I senza-tempo si svolge
in Italia (con buona pace di Fruttero & Lucentini, che sostenevano
che non era possibile ambientare un romanzo di fantascienza nel Bel
Paese), fotografata in tre scansioni temporali: nel 2012, 2024, 2036.
Quello che salta subito all'occhio è che nell'Italia del 2024 e del 2036
quasi nulla è cambiato rispetto a 12 e 24 anni prima: niente
mirabolanti innovazioni tecnologiche, niente cambiamenti sociali,
l'Italia del futuro prossimo sembra calata in una bruma che mantiente
tutto in stasi (il tema del tempo come avrete intuito è cardine
dell'intera vicenda). Anzi, invece del progresso che di solito si
associa al futuro, per Forlani ciò che attende l'Italia è un lungo e
malinconico viale del tramonto: nessuna prospettiva per i giovani,
malfunzionamento delle reti elettriche soprattutto in provincia e di
Internet in tutto il paese, che diventa un medium in secondo piano
rispetto all'onnipresente televisione.
L'Italia dei senza-tempo è un posto che prima di tutto ha perso la
speranza, in cui intere generazioni si sono arrese (penso al personaggio
di Stefano). E' un posto in cui i Senza-tempo, perversi negromanti che
vivono in mezzo a noi, manovrano dietro le quinte e sono in grado più
facilmente di altre epoche di mantenere lo status quo, di stringere le
proprie grinfie sulla realtà . Ma il potere di stasi italiano è così
forte che persino i Senza-tempo si sono arresi a vivacchiare in
un'esistenza borghese, che viene minacciata dal risveglio di Monostatos,
un Senza-tempo di altri tempi e altro linguaggio (per la precisione del
Seicento), il cui unico scopo è l'assoggettamento di tutto sotto la
propria volontà insaziabile.
Ad opporsi a lui tre giovani che già avevano incontrato Monostatos
durante l'infanzia (una reminiscenza dell'It kinghiano) e una
fotoreporter all'apice della sua carriera, per la quale deve ringraziare
proprio il neo-risvegliato Senza Tempo.
La narrazione di Forlani è un po' schizofrenica: salta freneticamente
nello spazio e nel tempo, anticipando o ritardando gli eventi. Nelle
intenzioni dell'autore questo stile dovrebbe imitare il montaggio
serrato che si ha nel cinema. Sicuramente il ritmo ne giova, ma ho
trovato che il romanzo ne esca un po' sballato: la costruzione della
tensione e della suspence è imperfetta, abbondano gli anti-climax. Forse
è un effetto voluto ma potrebbe anche indicare qualche lacuna nel
controllo della narrazione.
Forlani fa abbondante uso di immagini horror, quasi splatter: ma le
descrizioni sono asciutte e soprattutto sono improvvise, nette, come la
lama di un rasoio. Non indugia mai su qualche particolare sgradevole,
non si abbandona mai all'autocompiacimento.
Forlani, come altri autori di fantascienza italiana, adotta un punto di
vista essenzialmente pessimistico. Questo atteggiamento l'ho giÃ
riscontrato in Vittorio Catani e Vittorio Curtoni, due pesi massimi della
fantascienza italica e anche Valerio Evangelisti ci prospetta un futuro
difficile: sembra che per la fantascienza nostrana la speranza in un
futuro migliore sia praticamente nulla. E' probabile che, vista la
situazione attuale, abbiano ragione loro, ma mi piacerebbe vedere nei
nostri autori un atteggiamento più ottimista, più speranzoso. I momenti
di crisi infatti spesso sono anche momenti di opportunità , ed è anche
compito della narrativa dell'immaginario quale è la fantascienza
tratteggiare futuri possibili dove non tutto va per il verso sbagliato.
Accompagnano il romanzo cinque racconti legati tra loro dalla presenza dei senza-tempo. Anche questi sono racconti cupi, in cui l'Italia è spacciata. Addirittura nell'ultimo racconto, All'inferno Savoia!, si evince come il destino dell'Italia fosse segnato fin dall' inizio.
Sarà l'influenza de Il tempo è un bastardo (uno dei migliori romanzi del 2012 sin qui), ma trovo che sarebbe molto interessante leggere una raccolta di racconti interconnessi tra di loro a tema Senza-Tempo. Trovo che il romanzo a mosaico sia un tipo di narrazione particolarmente adatto al tema del tempo.
Accompagnano il romanzo cinque racconti legati tra loro dalla presenza dei senza-tempo. Anche questi sono racconti cupi, in cui l'Italia è spacciata. Addirittura nell'ultimo racconto, All'inferno Savoia!, si evince come il destino dell'Italia fosse segnato fin dall' inizio.
Sarà l'influenza de Il tempo è un bastardo (uno dei migliori romanzi del 2012 sin qui), ma trovo che sarebbe molto interessante leggere una raccolta di racconti interconnessi tra di loro a tema Senza-Tempo. Trovo che il romanzo a mosaico sia un tipo di narrazione particolarmente adatto al tema del tempo.
Accompagnano il romanzo e i racconti di Forlani due ulteriori racconti,
"Lo scambiatore" di Marco Migliori, vincitore del Premio Stella Doppia e
"Suburbi@ Drive" di Dario Tonani. Il primo è un racconto di stampo
classico con qualche influenza Dickiana, bello, il secondo ambientato
sulla strada e dal retrogusto punkeggiante, che mi ha lasciato un po'
freddino.
In conclusione, nel complesso dò al volume tre stelle su cinque, in attesa di leggere altro di Forlani.
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