Ci è voluto credo più
di un anno ma... a un mese da oggi, editing compreso, Clara
Hörbiger
sarà finito. Ma invece di intitolare il romanzo con il nome della
ragazza protagonista, ho deciso, da qualche mese, per Un'Insulsa
Invasione. Questa, s'intende, è la mia personale risoluzione: se
l'editore vorrà di meglio (diverso), sarà quel che sarà...
La decisione riguardo il
titolo deriva da questo fatto, che ritengo determinante: sia per lo
sviluppo del romanzo in sé per sé sia per la risposta al quesito
"perché scrivo?".
Clara Hörbiger
è iniziato come romanzo steampunk (benché contaminato): ovvero una
sequela, rutilante, divertita, di macchine sferraglianti e estetica
ottocentesca; uso parodistico del linguaggio e episodi "a
rilancio". Ma, a un terzo della stesura – in termini di
pagine, sviluppo strutturale, scelte narrative e caratteriali dei
personaggi – ho capito che come sempre non sono così capace di
divertirmi e nient'altro, e Un'Insulsa Invasione è diventato
un romanzo con un suo contenuto.
Trattandosi pur sempre di
narrativa "di genere"
(ma Alessio Montagner non condivide quest'espressione), lo si può
leggere per le aeronavi che esplodono e gli ordigni, gli automi e i
corsetti da signorina; per quel pizzico di alieni e magia nera che ho
voluto sparpagliare nel nostro Risorgimento. Nessuno mi farà torto a
goderselo in quest'ottica. Ma se anche lo leggerete come dialogo con
me, l'autore, sull'incubo della stupidità al potere e viceversa il
potere dell'idiozia, e debite conseguenze, per esempio certe
anti-storiche nostalgie... ne sarò gratificato.
C'è
pur sempre l'artigianato e che si suda sulle pagine di taccuino: come
si scrive un romanzo fantastorico? Ho scritto tre prontuari per
risolvere il problema. Ovvero: per aiutare i miei lettori e studenti
a dipanare certe loro matasse... lavorare su un proprio testo, però,
spesso e tutt'un'altra faccenda. Ciò che cerchi non
c'è nei
molti libri che hai letto; figuriamoci nei pochi che hai scritto tu!
Un'Insulsa
Invasione è un
romanzo steampunk e
(sottolineo) un romanzo italiano. Con ciò non mi accontento di
tradurlo in "vaporteppa" e obbedire al pur limpido,
inoppugnabile dettato, di chi coniò questa nostrana, patriottica definizione. Non
ho voluto scrivere, come accade a parecchi, un vaporteppa vittoriano:
tanto valeva insistere con lo steampunk. Se a priori devo fingere di
caldaie e di velivoli, tube, pince-nez e voltaiche gigantesche; se è
un atto parodistico, culturale e linguistico, voglio farlo sulla
lingua e la cultura che mi appartengono. Non incarto di vaporteppa
contenuti steampunk che, personalmente, non posso essere in grado di
scrivere come autentici (non tutti,
rispondo a Sterling & Gibson, siamo vittoriani); preferisco
incartare di steampunk (solo il fiocco e la carta da regalo) il
nostro Risorgimento e la sua/mia civiltà: i problemi, la visione,
ciò che sento di quest'ultima.
Non sono un autarchico, malpensanti politicizzati! Conoscete il concetto che "stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus"...
Un'Insulsa
Invasione, perciò, si
svolge nel Regno Lombardo-Veneto nel 1847: che è un anno, come
tutti, pieno di cianfrusaglie, di luoghi, di persone realmente
vissute e troppo importanti, famose e carismatiche per fingerne
l'assenza. È un anno anche mancante, però, come tutti, di
altrettante cianfrusaglie e di luoghi e di persone: dal modello di
pistola a una musica
non
ancora composta; da
un palazzo che aveva un altro nome a uno stucco di parete che c'era
allora e che mancò nel '48... per esempio. Mancare di scrupolo in
entrambe le direzioni - con le debite e funzionali "licenze"
- è quel genere di leggerezza che lede (lo uccide!) il romanzo
fantastorico. Scrivere dell'847, perciò, significa cercare,
verificare e descrivere l'inutile: la foggia di un'uniforme di quel
tale reggimento; se i soldati indossavano il kepi, lo sciacò, e
quante stellette ostentavano gli ufficiali; l'età anagrafica di un
funzionario sabaudo o l'alopecia di un nobile austro-ungarico; il
nome di un arcivescovo restato in carica pochi mesi e la pianta di un
edificio ristrutturato nei decenni successivi. Ma non significa
descriverlo spiegando;
giustificando che i vostri eroi guardano qualcosa che all'occhio,
all'esperienza del lettore contemporaneo può apparire diverso: lo
si dovrebbe restituire così com'era senza dire né aggiungere perché
& per-come, infondendogli
quell'immediata fisicità, realtà, che un commento didascalico sul
suo stato "alterato", altrimenti, ridurrebbe a una quinta
dipinta alla bene e meglio.
Ma,
poiché siete scrittori del fantastico, dovrete anche mentire, e
inventarvi storielle da pescatore per lasciare impressionato quel
credulone del vostro pubblico. In un romanzo fantastorico steampunk
non si mente sui Reggimenti dell'Esercito Lombardo-Veneto: ma lo si
dota di esoscheletri corazzati e flotte di dirigibili. Non si mente
su un villaggio del Tirolo: lo si descrive nell'ora buia di notte in
cui fa più paura. Le "licenze" cui sopra mi riferivo,
però, vanno usate con parsimonia; un occhiolino al lettore
intelligente che è ben disposto a giocare sul fatto che, attenti
come siete a riferire il tal dato storico, citate qua e là una
canzone di Giorgio Gaber o una battuta di Tarantino o Star Wars.
Gli
estremi o estremismi fantastici di Un'Insulsa
Invasione (avverto
coloro che non vorranno buttare al vento il loro 1.99 € di ebook)
sono:
-
alieni struzzi-formi venuti da chissà dove; in possesso di
armi/tecnologie che non dovrebbero funzionare
-
facoltà extra-sensoriali molto prossime alla negromanzia
-
alchimia di quella becera di "serie B": la Pietra
Filosofale che ti fa vivere in eterno, per intenderci
-
armate delle tenebre che manco Sam Raimi
-
golem
A
mezza strada c'è paccottiglia steampunk che è il buon motivo per
spendere i vostri soldi:
-
automi
-
aeronavi e velivoli improbabili
-
cose
gigantesche e rumorose che si muovono a vapore
-
duelli all'arma bianca e scariche di moschetto e di gatling
-
uomini con baffi da veri uomini, sigari e calici di buon liquore
-
signorine con abiti graziosi che si servono il tè
-
simpatici cretini
-
quei colpi di scena che wow, accidenti!
C'è,
soprattutto, ciò che spero lo renderà un altro-mondo vissuto:
l'attenzione in tedesco per le gerarchie militari austro-ungariche;
una bolla inesistente di Papa Pio VII, all'indomani di Waterloo, che
incoraggia l'Europa a rinascere dalle ceneri napoleoniche affidandosi
alle nuove & vaporose tecnologie; il dialetto romagnolo di
contadini nei dintorni di Ravenna e le imprecazioni modenesi di un
condottiero emiliano del XVII secolo; er romano di un'alchimista
trasteverino e i veri Viceré, Governatori e Feldmarschall lombardi;
l'aria di Milano che odora di metropoli e quella di Torino che
profuma di cioccolato. E, sissignore, nel 1847, compagnie di
miliziani che si radunano al "Trani a Gogò"; e un accenno al "soldato futurista" auspicato da Guido Keller 70 anni più tardi.
O
insomma: la macchiolina che vi ricorda quell'episodio (sorridete nel
cuore) sull'anonimo vestito grigio che indossate per travestirvi da
Tom Rath; e il dettaglio che notate sul battiscopa quando, molte
volte, visitate un intero grattacielo.
Sto
pensando a una sorta di postfazione in cui riferire dei dati storici
reali, con l'avvertenza di consultarla dopo
letto il romanzo perché, vedrete, sarà più divertente. Ma è il
genere di "aggiunta" cui spetta all'editore... magari, in
futuro su queste pagine...
Per
ora: lasciatemi finire e auguratemi buon lavoro. È l'ultimo scalino,
un capitolo di colossale battaglia che mi ha posto un gran problema
di Point of View (Clara, nel mentre che si svolge questo scontro
campale, non può trovarsi dappertutto: il romanzo ha un PoV
ravvicinato, non sono un Narratore Onnisciente; ma voglio altresì
una visione d'insieme che renda al lettore le grandiose circostanze):
spero di aver risolto, ma sono ancora alle prime fasi; e devo
verificare se la tecnica che adotterò mi darà esattamente i
risultati che voglio... sennò, tutto daccapo!
Spero
a presto sui vostri web-scaffali.
Da quanto ho visto negli ultimi tempi - per il poco che ho visto, forse - sembra necessaria una protagonista con una dotazione di pettorali dalla quinta di reggiseno in su. Confermate, dottor Forlani?
RispondiElimina"Scusa ma ti chiamo vapore"?
EliminaPurtroppo sì. La mia protagonista è magrolina, ha 14 anni e gioca con i cadaveri, mi sono fottuto l'intera libidinosa fetta di pubblico...
Non sei in tempo per farne una maggiorata?
Elimina(C)Lara Croft
EliminaL'idea della postfazione mi piace! Potresti pensare d'inserirla come un "extra" per chi acquista l'ebook direttamente dal sito della casa editrice, anziché dall'intermediario (Amazon&co)
RispondiElimina... ma sai che ho scoperto che, pur trattandosi di digitale, non è così semplice pubblicare "edizioni speciali" con contenuti extra?
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