La giuria della sesta edizione del concorso letterario Nella Tela!, organizzato da LaTelaNera.com in collaborazione con Edizioni XII è impegnata da mesi nella lettura dei racconti iscritti alla competizione. Oggi pubblichiamo i risultati relativi alla sezione Racconti, dedicata a opere lunghe fino a 20.000 caratteri. Il racconto vincitore della sezione è: L'Infezione; di Alessandro Forlani. L'autore si porta a casa i 200€ in premio per questa sezione. Con l'aiuto del sito "casuale" Random.org abbiamo invece estratto a caso l'autore - tra tutti i racconti in gara nella sezione - che si porterà a casa una copia del romanzo I Vermi Conquistatori messa in palio da Edizioni XII. Il vincitore del libro è Luigi Marfella, autore di La leggenda del re che non volle. Tra qualche settimana saranno invece resi noti i risultati per la sezione Novelle del concorso. Alessio Valsecchi |
Ecco l'antologia di racconti "Di Santi, Poeti e Negromanti". Comprende le novelle "Deinosrestaurant"; "Cover"; "Quantus Tremor"; "Spazio 1699"; "All'Inferno Savoia!"; "A tempo indeterminato" e "L'Infezione": che, di conseguenza, mi vedo obbligato a eliminare dal blog. Prefazione di Davide Mana; editing di Elisa Failli; grafica e impaginazione di Giuseppe Tararà e Antonio D'Achille. Stavolta la strategia è diversa: questa silloge è destinata innanzi tutto a editori interessati al mio lavoro; i lettori dovranno attendere. Incrociate i tentacoli per me.
Ho l'onore, davvero l'onore, di pubblicare in anteprima l'introduzione di Davide Mana alla mia antologia di imminente uscita in e.book "Di santi, poeti e negromanti"
Alessandro Forlani, La Sintassi come Stile
Alla fine ritorniamo sempre a Lucca. La città in cui gli UFO non possono atterrare. È come se fossimo tutti prigionieri da decenni, di questa Lucca dell'immaginazione creata da Fruttero & Lucentini, tanti anni or sono.
Ma cos'è, poi, che dovrebbe tenere lontani i dischi volanti da Lucca? Certo non è l'interesse dei lettori, visto che da sempre l'Italia è un paese che consuma volentieri fantascienza. Né una questione meramente linguistica. Se è vero che la compattezza della lingua inglese ha favorito lo sviluppo del genere e di taluni sottogeneri, molti autori hanno dimostrato che i tempi e le strutture dell'italiano possono adattarsi, e contribuire a qualcosa di originale. Di nostro. E non è certo una questione di capacità , perché l'elenco di autori nazionali è più lungo di quanto si potrebbe pensare, ed ha prodotto lavori ben più che buoni.
Il lavoro di Alessandro Forlani, del quale questo volume è un valido campione, è la dimostrazione che non solo gli UFO possono atterrare a Lucca, ma che lo fanno da un po', e passando per casa sua.
Forlani scrive bene. È un dato innegabile ed evidente fin dalle prime righe delle sue storie. Meno evidente, ma centrale, è il lavoro autorale sulle frasi, sui singoli termini, sulle parole. C'è un grande impegno, un gran lavoro di scrittura. Eppure il lettore non ne è gravato, ed è facile restare coinvolti dalla narrazione, che è di grande naturalezza.
Forlani scrive bene delle buone storie. Le trame sono soddisfacenti, equilibrate, scorrevoli nella loro complessità , i personaggi interessanti e vivi, che si rivelano tridimensionali senza aggredirci, senza cercare di sopraffarci.
Forlani scrive bene delle buone storie basate su idee valide. Non si tratta di improvvisazione, di imitazione di modelli anglosassoni "perché quello è l'unico riferimento". La cultura dell'autore - che è evidente, e ricchissima - informa la narrativa, e non è mai vuoto sfoggio, è sempre strumentale alla scrittura. Questa non è "fantascienza italiana" (o "spaghetti fantasy" come il genere è amabilmente noto oltr'Alpe). Per tutto il suo sapore continentale, non è neanche "narrativa fantastica europea". È narrativa d'immaginazione e basta, ed è universale.
In altre parole, ciò che abbiamo fra le mani è un autore colto, raffinato, letterario senza trombonismi, divertente senza cadute di stile. Un italiano di classe internazionale. E stile è certamente la parola chiave.
Forlani ha una voce unica e riconoscibile. È chiaramente un autore che non teme confronti con i suoi contemporanei anglosassoni, o francesi; ed è proprio coi francesi che mi pare di cogliere le affinità maggiori: c'è una punta di Gaborit, in Forlani, una vaga reminiscenza di Werber, che mi porta a domandarmi se si tratti di evoluzione convergente, o di frequentazione reale.
I sette racconti di questa raccolta ne dimostrano la versatilità , l'ironia, ne rivelano le passioni, la storia sopra tutto, col ritornare di un passato rivisitato e riscritto con evidente divertimento. E i libri - ci sono così tanti scritti, libri, lettere, biblioteche intere, in queste pagine. Ma non vi è nulla di autoreferenziale. La narrativa di Forlani, altamente letteraria, rimane un gran divertimento.
Ma ora basta chiacchiere. La raccolta che avete fra le mani è la dimostrazione che Lucca è fermamente, definitivamente, sulle mappe dei nostri visitatori dall'altrove. Non da ieri. Ma finalmente.
Buona lettura.
Davide Mana (Asti, Marzo 2012)
Ieri sera si godeva l’ora d’aria col Famoso Scopritore di uno scheletro di Fastitocalon, conteso a revolverate ai Nazisti Cannibali. Ispirati da quella Prodigiosa Ragazza che procura ad Annibale gli elefanti a vapore, ci si chiedeva dove saremo nel 2022, cinquantenni pressappoco felici; ci si dava cinque opzioni possibili. Io supponevo:
Accademico di 24° livello
Ho tre cattedre in altrettante università , gli studenti però non mi hanno mai visto perché delego le lezioni a un esercito di assistenti. La mia presenza si limita a seminari di 9 ore in cui monologo di quello che mi và , non importa se inerente la materia. C’è però che l’accademia è all’osso: non ci sono più fondi, non si fanno più concorsi, i giovani italiani disertano le facoltà accortisi finalmente che non producono nulla. Mi occupo di sceneggiatura, crossmedia e storytelling: perciò nessuna crisi di governo potrà mai elevarmi al rango di premier tecnico; a meno che qualche fanatico al potere istituisca il Ministero dello Show Don’t Tell, il Dicastero del PoV o Commissioni per l’Infodump. La meschina condizione universitaria non mi stimola, non mi motiva, non m’incoraggia a approfondire gli studi; l’unico significato della parola “ricerca” è afferente l’homepage di Google. Quindi non farò Punti Esperienza: relegato nel mediocre limbo di un livello alto ma mai nella gloria del 36° e dell’Immortal. Solo, come un tale barbogio merita di restare, dovrò impormi l’esercizio Zen di distogliere lo sguardo dalle curve delle studentesse. Il mio unico, miserabile piacere sarà l’ossequiosa musica del chiamarmi “professore”.
Piuttosto il seppuku.
Mahatma Disoccupato
Lavoro non ce n’è più, e quel poco & manuale che resta non lo affidano certo a uno scrittore di mezza età . Però non mi interessa: ho la pace dei sensi, mi alieno alle cose. Grazie al Cielo ho un gruzzoletto nel materasso, non mangio granché, non ho l'auto, non fumo. Libri e dvd sostituiscono il cinema, il teatro, le pubbliche occasioni, gli amici. Non esco (ho vergogna di come sono abbrutito), sono un orso eremita; riduco il guardaroba all’economico ed essenziale e spero che quei tot euro mi bastino fin la morte. Delle spese del funerale se ne occupi la polizia: quando, allertata da un vicino di casa dall’olfatto sensibile e lo stomaco delicato, farà irruzione nella mia topaia e troverà il mio cadavere in stato di avanzata decomposizione. Sarò morto da giorni e nessuno ci avrà fatto caso, edotto finalmente nei Misteri di Anubi.
Venite, vi prego, e prendetemi a calci in culo.
Chi Avrebbe Mai Detto Che
Quivi raccolte le insondabili prospettive, ciò che insomma quaggiù perdesti mai & lassù salendo ritrovar potrai: i lanci di d20, quell’unico Gratta & Vinci, l’infarto, l’autobus che passa e ti travolge stasera; gli tsunami, i sismi e gli asteroidi. Fronte capillata sed plerumque sequitur occasio calvata; volvitur in rota: e da quando il Destino in pensione ha ceduto l’incarico a Mike Bongiorno transustanziato può accadere davvero tutto. Io che ne so?
Arrr!
Chiacchiero abbastanza bene di diverse discipline, mi diverto a contaminare materie, non m’annoia prendere treni, mi accontento di poco. Resto curioso, sempre, di tutto. Attento all’igiene, alla linea quel che si può, dignitoso & piacevole in giacca e camicia blu tratto l’università come qualsiasi baldracca: tengo corsi, conferenze e seminari all’Alma Mater come a ScuolaComics, in illustri Fondazioni come in un club di giocatori di ruolo. Organizzo attività culturali, mi presto a sceneggiature. Dall’Alpi alle Piramidi al Manzanarre al Reno: purché gettonato. Me ne frego allo stesso modo del prestigio e l’editoria e continuo a sfornare racconti e pubblicare su blog: per la goduria dei miei cinque, landolfiani lettori che spero per allora siano almeno decuplicati. Accanto ho una ragazza di quarant’anni, nerd & cretina quanto me, che mi apprezza perché resto un marmocchio, perché la faccio ridere e con me non si annoia. Che sopporta i miei capricci umorali; che lunedì mi accompagna a una convention a Bologna come io la accompagno, martedì, a una sua iniziativa a Napoli o Palermo; siamo l'un per l’altra la borsa di Mary Poppins.
C’è quella paroletta… “felicità ”, mi sbaglio?
Poca favilla gran fiamma seconda
Nel più splendido, banale uso comune dei due termini la stampa mi riassume con “scrittore di successo”. Non faccio in tempo a scrivere fine a fondo cartella che i produttori bisticciano già se l’eroina debba essere interpretata da Bianca Balti o da Lily Cole; la cattiva sarà Cate Blanchett e su questo non si discute. Il videogame è uscito prima del romanzo e i lettori e giocatori sanno quasi meglio di me come finisce la storia. John Blanche mi tartassa di mail per ottenere di disegnarmi le copertine; Alan Moore, dall’alto dei Cieli, si mangia le mani del non essere vissuto abbastanza a lungo da poter lavorare insieme. Anche quest’anno, che noia che barba, sono invitato alla notte degli Oscar. Scrivo splendidi romanzi di avventure fantascientifiche finalmente alleggeriti di pessimismi e intellettualismo; ho spernacchiato Mondadori ed Einaudi e ho fatto la fortuna di quel piccolo, pazzo editore che nel 2012 ha creduto e investito in me. Da Fazio non ci vado, si badurli con Saviano; Tiziano Scarpa e quelli che gli somigliano ghignano di me con supponenza e a ragione: ammuffiscano pure nelle coscienze indignate; mummie avvoltolate in bende di pagine di “Repubblica” e del “Sole 24Ore”. Ma io sarò, per i prossimi cento anni, nei cuori coraggiosi di adolescenti e di adulti che da bambini volevano fare l’astronauta. Quando costoro elencheranno con occhi lucidi & ludici quelli come Verne, Salgari, Lovecraft, Howard, Tolkien, Ph. Dick, Ursula Le Guin, Martin o la Rowling io ci sarò. Vivo solo, in una casa grande e barocca con vista sull'Adriatico: e accolgo quelle splendide Nove, birichine Ragazze e il loro Capo biondo come il Sole.
Mefistofele, dove devo firmare?
La cosa bella di questo sciocco post (grazie, Davide Mana) è che da qualche, luminoso tempo a questa parte le due ultime ipotesi mi sembrano le più probabili.
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Mini-bio
- Alessandro Forlani
- sedicente scrittore, è nato negli anni '70 del XVII secolo, si è reincarnato nel XIX, nel XX e millenni a venire. Nerd, negromante, roleplayer e autore "difficile" di racconti fantastici. Di giorno si impaluda da docente universitario e ciacola di sceneggiatura, cinema e scrittura; di notte, che dovrebbe far l’artista, piuttosto guarda film, legge fumetti, ascolta musica barocca, gioca a soldatini e poi va a dormire. Perché crede che sia più sano scrivere in questo modo.
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