Recensione di Gianluca Santini dal blog Nella Mente di Redrum:
Quattordici racconti per indagare l'incontro tra il mondo sommerso e la superficie. L'innalzamento del livello del mare ĆØ solo uno dei problemi a cui l'umanitĆ va incontro, se dalle profonditĆ degli abissi iniziano a spuntare fuori mostri, entitĆ sconosciute e nuove razze di uomini-pesce. Quattordici autori per declinare queste tematiche seguendo suggestioni e atmosfere differenti.
Questo eBook nasce dal secondo concorso di scrittura promosso sul blog Minuetto Express. Il primo, per chi non lo sapesse, diede vita all'e.book Deinos, che vi invito a scaricare, se non lo avete giĆ fatto in passato. Se nel primo caso eravamo dalle parti dei grossi bestioni creduti estinti, qui siamo dalle parti dell'odore salmastro dell'acqua di mare, con annesse creature di cui fino a un attimo prima non si sospettava l'esistenza. Un concept molto interessante e diverso dai soliti, dato che porta a riflettere su diverse tematiche mantenendo perĆ² un solido impianto fantascientifico e avventuroso. Progetti del genere si spera che ce ne siano sempre di piĆ¹, a ravvivare il panorama del fantastico italiano. Come per altre raccolte, cercherĆ² di spendere qualche parola per ogni racconto presente.
Il primo racconto presente nella raccolta ĆØ quello risultato vincitore del concorso stesso. Si tratta di "Mareah & Juliette", scritto da Alessandro Forlani, autore che apprezzo molto e con uno stile di scrittura del tutto personale e affascinante. Rappresenta appieno quello che accennavo in apertura di recensione, una storia capace di immergere rapidamente il lettore in un mondo alternativo, in cui i Profondi, una nuova razza di uomini-pesce ĆØ emersa dagli abissi con l'innalzarsi del livello del mare, e si ĆØ arrivati a una situazione di coesistenza, in cui i Profondi non sono altro che una nuova minoranza etnica, al pari degli afroamericani, dei cinesi e degli ispanici. La bellezza del racconto, oltre agli spunti di riflessioni offerti grazie al confronto tra le due protagoniste, sta anche nei tanti richiami lovecraftiani presenti qua e lĆ , che impreziosiscono la lettura per chi conosce l'opera del solitario di Providence.
Segue "Tempi interessanti", secondo classificato al concorso e scritto da Davide Mana. Racconto ambientato negli anni Cinquanta a Shangai, in un'atmosfera pulp creata alla perfezione. Lo stile di scrittura ĆØ ineccepibile, leggere questo racconto ĆØ un vero piacere. I personaggi sono tratteggiati alla perfezione, bastano poche parole per far emergere al meglio le loro personalitĆ . Piccoli gesti e piccoli dettagli, per una narrazione che riesce a far visualizzare perfettamente le immagini al lettore, trascinandolo dentro il Rendezvous, il locale notturno otto metri sotto il livello del mare gestito dal protagonista. Il legame con i personaggi ĆØ talmente forte, nonostante la brevitĆ della storia, che verrebbe voglia di sapere come prosegue la loro vita dopo le frasi conclusive del testo. Veramente complimenti all'autore, questo ĆØ il racconto che mi ĆØ piaciuto di piĆ¹ della raccolta.
"Gli acquanauti degli Oceani Boreali", di Mauro Longo, porta il lettore in un'ambientazione completamente diversa, un mondo in cui l'acqua ĆØ salita talmente tanto che l'Europa ĆØ inabissata del tutto. Un mondo in cui seguiamo le avventure del sottomarino Marrano, con un equipaggio formato da tre personaggi, Jan, Miralda e l'uomo-orca Skrae. Suggestioni fantasy, ma in un mondo in cui ci sono ancora residui della nostra tecnologia, come l'elettricitĆ e il carburante. A me, onestamente, queste commistioni di genere piacciono molto, quindi immergermi nella lettura di questo racconto ĆØ stato un piacere. Anche in questo caso, la bravura dell'autore risiede sopratutto nell'aver creato un mondo interessante e ricco di spunti, e arrivati a fine lettura si vorrebbe continuare a navigare con Jan e il Marrano per scoprire nuovi luoghi e nuovi eventi.
"Scogliere", scritto da Alessio Brugnoli, ĆØ un racconto molto breve, appena sufficiente a farci vedere un mondo tornato allo stato quasi primitivo per via dell'innalzamento delle acque. Alcuni elementi sono interessanti, ma non c'ĆØ abbastanza spazio per entrare al meglio all'interno della storia e provare coinvolgimento nei riguardi di personaggi e ambientazione. Inoltre nel racconto sono presenti anche numerosi refusi ed errori, come spazi prima dei punti interrogativi, parole superflue, segno di una revisione poco accurata.
Proseguendo si giunge a "L'arcipelago di Ulisse", di Ariano Geta, altro racconto che mi ĆØ piaciuto. L'autore ci porta in un mondo alternativo fermo agli anni Venti del Novecento, in cui gli esseri umani, anzichĆ© farsi la guerra l'un l'altro, sono impegnati contro delle creature simili a sirene - al punto che c'ĆØ chi sostiene siano le stesse creature a cui sfuggƬ il mitico Ulisse. L'ambientazione ĆØ ben curata e i personaggi, per quanto singolarmente poco delineati, permettono di apprezzare un mondo in cui le diverse barriere nazionali umane sono state abbattute in vista di un nemico comune, aspetto che nella realtĆ di tutti i giorni ĆØ tristemente lontana. Non manca poi una motivazione per la guerra tra umani e sirene, aspetto che ho apprezzato e che rende ulteriormente sfaccettata l'ambientazione presentata dall'autore.
Del "Moby Dick Project" di Enzo Milano si fa apprezzare lo scenario tecnologico, dovuto al contatto tra gli umani e il popolo dell'oceano. Un'isola artificiale, mezzi a reazione e armi all'idrogeno, sono solo alcuni dei ritrovati presenti nel racconto, ambientato tuttavia in corrispondenza di quella che sarebbe la Seconda Guerra Mondiale. Se dunque da un lato, in Europa, si combatte la guerra, un gruppo di scienziati e militari in America vuole risvegliare l'arma definitiva con cui scacciare il popolo degli abissi e riprendere il predominio sul pianeta. L'idea di base ĆØ interessante e lo sviluppo ĆØ graduale, per arrivare al momento tanto atteso in cui l'arma entra in azione, ben descritta e suggestiva. D'altra parte manca un po' l'approfondimento dei personaggi, che appaiono vagamente tratteggiati e sacrificati in vista dell'azione. Del resto con cosƬ poco spazio a disposizione e cosƬ tanta carne al fuoco, non si poteva nemmeno pretendere di piĆ¹.
"Fuochi fatui", scritto da Francesca Rossi, si caratterizza per il ritmo sostenuto e la caratterizzazione del protagonista, il capitano Chiarizia. Avventura allo stato puro, con una nave capace di sollevarsi sopra la superficie dell'acqua, grazie a palloni gonfi d'elio, e creature misteriose provenienti dagli abissi, la cui presenza viene annunciata da fumaioli provenienti dalle profonditĆ oceaniche, dove hanno fabbriche e case. Un'ambientazione intrigante e un personaggio principale carismatico, solo apparentemente simile ai classici capitani burberi, ma in realtĆ legato a un evento passato, a un trauma, che continua a provocargli dolore. Da questo punto di vista il finale del racconto ĆØ del tutto a sorpresa e completamente tragico, e per questo molto efficace.
Anche la narrazione di "Sotto pressione", di Gabriele Falciani, ĆØ drammatica e toccante. L'umanitĆ ĆØ costretta a vivere sott'acqua, in Arche, vere e proprie cittĆ protette dal resto dell'oceano. Un'umanitĆ in guerra contro gli esseri marini, contro qualcosa di enorme e terribile. Il protagonista ĆØ un coordinatore, e vive dentro uno scafandro, costantemente sotto pressione, per poter essere inviato in missione all'esterno. La parte principale del racconto riguarda la guerra tra le due popolazioni e i battibecchi tra Tesla e Edison, discendenti dei piĆ¹ famosi scienziati, ma quello che in realtĆ colpisce ĆØ il desiderio del protagonista di un contatto con sua moglie e suo figlio, appena accennato a metĆ racconto, ma abbastanza pungente da toccare il lettore. Una vita, quella del protagonista, alienante, che lo obbliga alla distanza, a desiderare solo un contatto, per sentirsi ancora vivo. Una storia intimista, nonostante i presupposti bellici, e per questo motivo l'ho apprezzata.
"La caccia dell'Albatros", firmato da Marcello Nicolini, presenta ancora una situazione di guerra, in cui l'utilizzo di un aereo ĆØ l'unico modo per sopravvivere contro gli uomini-granchio e le sirene, per un gruppo di uomini. La struttura narrativa ĆØ interessante, con le frasi iniziali che si ripetono, cosƬ come alcune descrizioni che sono suggestive, come l'effetto della visione del mostro nella mente del protagonista. Il finale non ĆØ affatto scontato, e si ricongiunge efficacemente al paragrafo iniziale, che fino alla fine sembrava scollegato con il resto della storia. In definitiva, per quanto la storia sia semplice e l'ambientazione solo vagamente tratteggiata, si tratta di una lettura piacevole.
Il racconto successivo ĆØ "Imperius Rex" di Marco Montozzi. Ancora scenario di guerra, questa volta filtrato dal punto di vista di un soldato, di cui seguiamo una narrazione in prima persona, come una sorta di diario che esprime la quotidianitĆ nella caserma e le procedure di addestramento per le battaglie con gli atlantidei. Per quanto riguarda il mio gusto personale ho trovato poco intrigante questa impostazione, e anche la sequenza di battaglia vera e propria non ĆØ riuscita a risollevare il mio interesse. Inoltre il finale mi ha fatto storcere un po' il naso, dato il tipo di voce narrante seguita fino a quel momento. Insomma, ĆØ scritto bene, ma a me sembra che ci sia poca sostanza narrativa.
Massimo Mazzoni si dedica alla "Caccia grossa", che rappresenta una variazione interessante sul tema portante della raccolta. Abbiamo il solito innalzamento delle acque - questa volta causato dalle murene - e seguiamo le vicende di un cacciatore di uomini-murena, nei resti di un grattacielo, in quella che ormai chiamano Luna Morta. La particolaritĆ della trama ideata dall'autore ĆØ la presenza dell'Alta Marea, una nuova droga chimica in forma di pastiglie, che il nostro protagonista assume abbastanza regolarmente. Il piacere di seguire le sue avventure sta quindi nell'incertezza: il confine tra realtĆ e allucinazioni ĆØ labile e il lettore ĆØ portato a dubitare di quello che gli si presenta di fronte, visti i presupposti della droga a cui ricorre il cacciatore.
"Gli occhi del mostro" di Moreno Pavanello ĆØ una storia che, per il mio modesto parere, ĆØ riuscita a metĆ . L'ambientazione ĆØ interessante, una rivisitazione ucronica degli anni a ridosso della Seconda Guerra Mondiale. Intrigante anche lo sviluppo dei Camminatori, automi immensi per l'esplorazione dei fondali marini, tenuti in funzione da navi d'appoggio. Quello che ĆØ mancato - almeno a me, ci tengo sempre a precisarlo - ĆØ una narrazione che riuscisse a coinvolgermi del tutto nella storia. Pur utilizzando parti in seconda persona singolare, che di solito apprezzo perchĆ© favoriscono l'immersione nelle vicende lette, ho notato una certa freddezza di fondo. Inoltre mi ĆØ parso che l'autore si sia soffermato maggiormente sulla descrizione dell'ambientazione nel suo complesso, piuttosto che sviluppare una trama vera e propria.
Il racconto successivo, "Contro natura" di Stefano Busato Danesi, ĆØ malinconico, una narrazione in pieno scenario post-apocalittico, in cui gli esseri umani si stanno poco a poco estinguendo, a causa di malattie e deformazioni dovute all'innalzamento delle acque. La nuova specie, gli Hydro, ĆØ presa di mira da gruppi di miliziani e violenti. Il tutto ĆØ visto dagli occhi di un sopravvissuto umano, che attende senza piĆ¹ alcuna speranza che arrivi la fine anche per lui. Un mondo che si sta disfacendo, marcio, in cui la malsanitĆ dell'ambiente emerge dalle parole usate per le descrizioni. Racconto che riesce anche a far riflettere, visto il tema portante della diversitĆ .
Chiude la raccolta quello che secondo me ĆØ un piccolo gioiello, "Nuovo mondo" di Stefano Trevisan. A differenza di quasi tutti gli altri racconti - incentrati sulla fase successiva all'innalzamento delle acque e sul punto di vista umano - qui si ha lo sviluppo della fase precedente, dagli occhi di uno degli abitanti degli abissi, Oktar. Lui ĆØ un polpo ed ĆØ uno scienziato, un esploratore che vuole indagare i misteri dell'Alto, ovvero la grande massa d'acqua che sovrasta le loro cittĆ . Ho apprezzato particolarmente la caratterizzazione del popolo a cui appartiene Oktar, attraverso l'uso dei colori dei tentacoli per trasmettere le loro emozioni, e il ribaltamento del punto di vista, che pone il lettore nella condizione di saperne di piĆ¹ rispetto al protagonista, cosƬ che la scoperta di cose che per noi sono banali risulta divertente e intrigante. Insomma, un ottimo modo per chiudere la lettura di una raccolta la cui qualitĆ ĆØ alta, e che presenta numerosi racconti che si lasciano ricordare facilmente anche a distanza di tempo.
Il primo racconto presente nella raccolta ĆØ quello risultato vincitore del concorso stesso. Si tratta di "Mareah & Juliette", scritto da Alessandro Forlani, autore che apprezzo molto e con uno stile di scrittura del tutto personale e affascinante. Rappresenta appieno quello che accennavo in apertura di recensione, una storia capace di immergere rapidamente il lettore in un mondo alternativo, in cui i Profondi, una nuova razza di uomini-pesce ĆØ emersa dagli abissi con l'innalzarsi del livello del mare, e si ĆØ arrivati a una situazione di coesistenza, in cui i Profondi non sono altro che una nuova minoranza etnica, al pari degli afroamericani, dei cinesi e degli ispanici. La bellezza del racconto, oltre agli spunti di riflessioni offerti grazie al confronto tra le due protagoniste, sta anche nei tanti richiami lovecraftiani presenti qua e lĆ , che impreziosiscono la lettura per chi conosce l'opera del solitario di Providence.
Segue "Tempi interessanti", secondo classificato al concorso e scritto da Davide Mana. Racconto ambientato negli anni Cinquanta a Shangai, in un'atmosfera pulp creata alla perfezione. Lo stile di scrittura ĆØ ineccepibile, leggere questo racconto ĆØ un vero piacere. I personaggi sono tratteggiati alla perfezione, bastano poche parole per far emergere al meglio le loro personalitĆ . Piccoli gesti e piccoli dettagli, per una narrazione che riesce a far visualizzare perfettamente le immagini al lettore, trascinandolo dentro il Rendezvous, il locale notturno otto metri sotto il livello del mare gestito dal protagonista. Il legame con i personaggi ĆØ talmente forte, nonostante la brevitĆ della storia, che verrebbe voglia di sapere come prosegue la loro vita dopo le frasi conclusive del testo. Veramente complimenti all'autore, questo ĆØ il racconto che mi ĆØ piaciuto di piĆ¹ della raccolta.
"Gli acquanauti degli Oceani Boreali", di Mauro Longo, porta il lettore in un'ambientazione completamente diversa, un mondo in cui l'acqua ĆØ salita talmente tanto che l'Europa ĆØ inabissata del tutto. Un mondo in cui seguiamo le avventure del sottomarino Marrano, con un equipaggio formato da tre personaggi, Jan, Miralda e l'uomo-orca Skrae. Suggestioni fantasy, ma in un mondo in cui ci sono ancora residui della nostra tecnologia, come l'elettricitĆ e il carburante. A me, onestamente, queste commistioni di genere piacciono molto, quindi immergermi nella lettura di questo racconto ĆØ stato un piacere. Anche in questo caso, la bravura dell'autore risiede sopratutto nell'aver creato un mondo interessante e ricco di spunti, e arrivati a fine lettura si vorrebbe continuare a navigare con Jan e il Marrano per scoprire nuovi luoghi e nuovi eventi.
"Scogliere", scritto da Alessio Brugnoli, ĆØ un racconto molto breve, appena sufficiente a farci vedere un mondo tornato allo stato quasi primitivo per via dell'innalzamento delle acque. Alcuni elementi sono interessanti, ma non c'ĆØ abbastanza spazio per entrare al meglio all'interno della storia e provare coinvolgimento nei riguardi di personaggi e ambientazione. Inoltre nel racconto sono presenti anche numerosi refusi ed errori, come spazi prima dei punti interrogativi, parole superflue, segno di una revisione poco accurata.
Proseguendo si giunge a "L'arcipelago di Ulisse", di Ariano Geta, altro racconto che mi ĆØ piaciuto. L'autore ci porta in un mondo alternativo fermo agli anni Venti del Novecento, in cui gli esseri umani, anzichĆ© farsi la guerra l'un l'altro, sono impegnati contro delle creature simili a sirene - al punto che c'ĆØ chi sostiene siano le stesse creature a cui sfuggƬ il mitico Ulisse. L'ambientazione ĆØ ben curata e i personaggi, per quanto singolarmente poco delineati, permettono di apprezzare un mondo in cui le diverse barriere nazionali umane sono state abbattute in vista di un nemico comune, aspetto che nella realtĆ di tutti i giorni ĆØ tristemente lontana. Non manca poi una motivazione per la guerra tra umani e sirene, aspetto che ho apprezzato e che rende ulteriormente sfaccettata l'ambientazione presentata dall'autore.
Del "Moby Dick Project" di Enzo Milano si fa apprezzare lo scenario tecnologico, dovuto al contatto tra gli umani e il popolo dell'oceano. Un'isola artificiale, mezzi a reazione e armi all'idrogeno, sono solo alcuni dei ritrovati presenti nel racconto, ambientato tuttavia in corrispondenza di quella che sarebbe la Seconda Guerra Mondiale. Se dunque da un lato, in Europa, si combatte la guerra, un gruppo di scienziati e militari in America vuole risvegliare l'arma definitiva con cui scacciare il popolo degli abissi e riprendere il predominio sul pianeta. L'idea di base ĆØ interessante e lo sviluppo ĆØ graduale, per arrivare al momento tanto atteso in cui l'arma entra in azione, ben descritta e suggestiva. D'altra parte manca un po' l'approfondimento dei personaggi, che appaiono vagamente tratteggiati e sacrificati in vista dell'azione. Del resto con cosƬ poco spazio a disposizione e cosƬ tanta carne al fuoco, non si poteva nemmeno pretendere di piĆ¹.
"Fuochi fatui", scritto da Francesca Rossi, si caratterizza per il ritmo sostenuto e la caratterizzazione del protagonista, il capitano Chiarizia. Avventura allo stato puro, con una nave capace di sollevarsi sopra la superficie dell'acqua, grazie a palloni gonfi d'elio, e creature misteriose provenienti dagli abissi, la cui presenza viene annunciata da fumaioli provenienti dalle profonditĆ oceaniche, dove hanno fabbriche e case. Un'ambientazione intrigante e un personaggio principale carismatico, solo apparentemente simile ai classici capitani burberi, ma in realtĆ legato a un evento passato, a un trauma, che continua a provocargli dolore. Da questo punto di vista il finale del racconto ĆØ del tutto a sorpresa e completamente tragico, e per questo molto efficace.
Anche la narrazione di "Sotto pressione", di Gabriele Falciani, ĆØ drammatica e toccante. L'umanitĆ ĆØ costretta a vivere sott'acqua, in Arche, vere e proprie cittĆ protette dal resto dell'oceano. Un'umanitĆ in guerra contro gli esseri marini, contro qualcosa di enorme e terribile. Il protagonista ĆØ un coordinatore, e vive dentro uno scafandro, costantemente sotto pressione, per poter essere inviato in missione all'esterno. La parte principale del racconto riguarda la guerra tra le due popolazioni e i battibecchi tra Tesla e Edison, discendenti dei piĆ¹ famosi scienziati, ma quello che in realtĆ colpisce ĆØ il desiderio del protagonista di un contatto con sua moglie e suo figlio, appena accennato a metĆ racconto, ma abbastanza pungente da toccare il lettore. Una vita, quella del protagonista, alienante, che lo obbliga alla distanza, a desiderare solo un contatto, per sentirsi ancora vivo. Una storia intimista, nonostante i presupposti bellici, e per questo motivo l'ho apprezzata.
"La caccia dell'Albatros", firmato da Marcello Nicolini, presenta ancora una situazione di guerra, in cui l'utilizzo di un aereo ĆØ l'unico modo per sopravvivere contro gli uomini-granchio e le sirene, per un gruppo di uomini. La struttura narrativa ĆØ interessante, con le frasi iniziali che si ripetono, cosƬ come alcune descrizioni che sono suggestive, come l'effetto della visione del mostro nella mente del protagonista. Il finale non ĆØ affatto scontato, e si ricongiunge efficacemente al paragrafo iniziale, che fino alla fine sembrava scollegato con il resto della storia. In definitiva, per quanto la storia sia semplice e l'ambientazione solo vagamente tratteggiata, si tratta di una lettura piacevole.
Il racconto successivo ĆØ "Imperius Rex" di Marco Montozzi. Ancora scenario di guerra, questa volta filtrato dal punto di vista di un soldato, di cui seguiamo una narrazione in prima persona, come una sorta di diario che esprime la quotidianitĆ nella caserma e le procedure di addestramento per le battaglie con gli atlantidei. Per quanto riguarda il mio gusto personale ho trovato poco intrigante questa impostazione, e anche la sequenza di battaglia vera e propria non ĆØ riuscita a risollevare il mio interesse. Inoltre il finale mi ha fatto storcere un po' il naso, dato il tipo di voce narrante seguita fino a quel momento. Insomma, ĆØ scritto bene, ma a me sembra che ci sia poca sostanza narrativa.
Massimo Mazzoni si dedica alla "Caccia grossa", che rappresenta una variazione interessante sul tema portante della raccolta. Abbiamo il solito innalzamento delle acque - questa volta causato dalle murene - e seguiamo le vicende di un cacciatore di uomini-murena, nei resti di un grattacielo, in quella che ormai chiamano Luna Morta. La particolaritĆ della trama ideata dall'autore ĆØ la presenza dell'Alta Marea, una nuova droga chimica in forma di pastiglie, che il nostro protagonista assume abbastanza regolarmente. Il piacere di seguire le sue avventure sta quindi nell'incertezza: il confine tra realtĆ e allucinazioni ĆØ labile e il lettore ĆØ portato a dubitare di quello che gli si presenta di fronte, visti i presupposti della droga a cui ricorre il cacciatore.
"Gli occhi del mostro" di Moreno Pavanello ĆØ una storia che, per il mio modesto parere, ĆØ riuscita a metĆ . L'ambientazione ĆØ interessante, una rivisitazione ucronica degli anni a ridosso della Seconda Guerra Mondiale. Intrigante anche lo sviluppo dei Camminatori, automi immensi per l'esplorazione dei fondali marini, tenuti in funzione da navi d'appoggio. Quello che ĆØ mancato - almeno a me, ci tengo sempre a precisarlo - ĆØ una narrazione che riuscisse a coinvolgermi del tutto nella storia. Pur utilizzando parti in seconda persona singolare, che di solito apprezzo perchĆ© favoriscono l'immersione nelle vicende lette, ho notato una certa freddezza di fondo. Inoltre mi ĆØ parso che l'autore si sia soffermato maggiormente sulla descrizione dell'ambientazione nel suo complesso, piuttosto che sviluppare una trama vera e propria.
Il racconto successivo, "Contro natura" di Stefano Busato Danesi, ĆØ malinconico, una narrazione in pieno scenario post-apocalittico, in cui gli esseri umani si stanno poco a poco estinguendo, a causa di malattie e deformazioni dovute all'innalzamento delle acque. La nuova specie, gli Hydro, ĆØ presa di mira da gruppi di miliziani e violenti. Il tutto ĆØ visto dagli occhi di un sopravvissuto umano, che attende senza piĆ¹ alcuna speranza che arrivi la fine anche per lui. Un mondo che si sta disfacendo, marcio, in cui la malsanitĆ dell'ambiente emerge dalle parole usate per le descrizioni. Racconto che riesce anche a far riflettere, visto il tema portante della diversitĆ .
Chiude la raccolta quello che secondo me ĆØ un piccolo gioiello, "Nuovo mondo" di Stefano Trevisan. A differenza di quasi tutti gli altri racconti - incentrati sulla fase successiva all'innalzamento delle acque e sul punto di vista umano - qui si ha lo sviluppo della fase precedente, dagli occhi di uno degli abitanti degli abissi, Oktar. Lui ĆØ un polpo ed ĆØ uno scienziato, un esploratore che vuole indagare i misteri dell'Alto, ovvero la grande massa d'acqua che sovrasta le loro cittĆ . Ho apprezzato particolarmente la caratterizzazione del popolo a cui appartiene Oktar, attraverso l'uso dei colori dei tentacoli per trasmettere le loro emozioni, e il ribaltamento del punto di vista, che pone il lettore nella condizione di saperne di piĆ¹ rispetto al protagonista, cosƬ che la scoperta di cose che per noi sono banali risulta divertente e intrigante. Insomma, un ottimo modo per chiudere la lettura di una raccolta la cui qualitĆ ĆØ alta, e che presenta numerosi racconti che si lasciano ricordare facilmente anche a distanza di tempo.
Voto: 8.5
Nessun commento:
Posta un commento