Royalties & Studenti

Due piccoli sorridenti pensieri.

A parlar male della grande editoria si fa peccato e talvolta non ci si azzecca. L'Ufficio Amministrazione Autori Mondadori stamane mi ha corrisposto la percentuale per le copie de I Senza-Tempo in e.book vendute nel mese di gennaio. Non illudetevi che sia granché: ci si fa una spaghettata in due; ma che il romanzo abbia venduto in un mese il 50% di più della mia precedente, trimestrale, coraggiosa ma sfortunata esperienza digitale è una bella notizia. Voglio essere fiducioso sulle royalties di febbraio, marzo, chissà e l'avventura a vapore intrapresa con Kipple.

E, parafrasando la botte "pubblica" piena & la guardia "privata" ubriaca, concluderò fra tre lezioni da oggi la mia prima esperienza di libero corso di scrittura creativa. Ovvero: a differenza di quanto ho fatto fino ad ora, lavorare per istituti, scuole, agenti o nell'ambito di altrui iniziative, ho accettato come allievi in queste ultime settimane due ragazzi, Eugenia ed Alessandro; che senza garanzia di un'insegna su una porta, e la carota di un rigo di curriculum, mi hanno dato fiducia e seguito con interesse, entusiasmo e buona lena di apprendere. Soprattutto mi hanno dato l'intima felicità di sentire di aver davvero qualcosa da insegnare, e di essere capace di farlo: perché la scritta "professore" su un campanello, o l'essere agli atti fra i docenti di un'Accademia, di per sé non garantisce le doti del mentore. L'amara lezione che si apprende ben al di là degli studi, degli anni di aule, reverenze ed esami, è anzi che il Chiarissimo è colore del vuoto, e dietro certe cattedre non c'è seduto nessuno. Eugenia ed Alessandro mi hanno scelto, cercato: non sono stati costretti dai genitori per porre rimedio ad una media troppo bassa; non sono i ripetenti ineluttabili per tutti noi, umanisti disoccupati, che sbadigliano del tuo amore per Petrarca e svicolavano, ogni volta che possono, con improbabili scuse dell'ultimo minuto. Lavoriamo a casa mia, in tre in una stanzetta, non bussano alla targa sul portone dell'Istituto.

Due piccoli insignificanti accadimenti che, non so perché, profumano di futuro: sarà la primavera, le violette in giardino, il gatto rosso accucciato sulla panchina che guarda alla luna fra i fiori di ginestra.      

Alessandro Forlani

sedicente scrittore, è nato negli anni '70 del XVII secolo, si è reincarnato nel XIX, nel XX e millenni a venire. Nerd, negromante, roleplayer e autore "difficile" di racconti fantastici. Di giorno si impaluda da docente universitario e ciacola di sceneggiatura, cinema e scrittura; di notte, che dovrebbe far l’artista, piuttosto guarda film, legge fumetti, ascolta musica barocca, gioca a soldatini e poi va a dormire. Perché crede che sia più sano scrivere in questo modo.

6 commenti:

  1. Beh, sono soddisfazioni, piccole quanto si vuole ma soddisfazioni. Sono quelle che ci fanno sorridere al mattino e grazie alle quali la giornata sembra più rosea.
    E poi avere degli "allievi" volontari (vista da qualunque prospettiva) è una delle cose più gratificanti che esistano.

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  2. Sono buone notizie!
    Soprattutto la seconda, dev'essere gratificante. Un po' come i giovani apprendisti che si avvicinavano alla bottega di un artista.

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  3. "il Chiarissimo è colore del vuoto, e dietro certe cattedre non c'è seduto nessuno" - spero di poterla citare qualche volta.

    Complimenti per il resto: il libro e gli studenti!

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    1. Essendo constatazione di una certa amarezza, spero invece di no! ;-)

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