Recensione su Iguana Blog
Probabilmente I senza-tempo è stato il romanzo di fantascienza italiana di cui s'è parlato di più l'anno scorso. Vincitore del Premio Urania, collocabile dunque in una tradizione che negli ultimi anni non è stata delle più fortunate, il romanzo di Alessandro Forlani ha superato brillantemente le forche caudine della critica nostrana.
Se le recensioni positive superano ampiamente quelle negative, c'è da notare come queste ultime si siano soffermate soprattutto su due aspetti marginali de I senza-tempo: la sua lunghezza (che il romanzo è invero piuttosto breve) e la sua collocabilità o meno all'interno del genere fantascienza.
Critiche dunque piuttosto trascurabili rispetto al testo dato alle stampe da Forlani, ma critiche in fondo condivisibili, se per voi collocazione di genere e quantità di testo sono aspetti importanti.
Se le recensioni positive superano ampiamente quelle negative, c'è da notare come queste ultime si siano soffermate soprattutto su due aspetti marginali de I senza-tempo: la sua lunghezza (che il romanzo è invero piuttosto breve) e la sua collocabilità o meno all'interno del genere fantascienza.
Critiche dunque piuttosto trascurabili rispetto al testo dato alle stampe da Forlani, ma critiche in fondo condivisibili, se per voi collocazione di genere e quantità di testo sono aspetti importanti.
Per me non lo sono e se devo esprimere qualche nota critica mi piacerebbe piuttosto sottolineare gli aspetti che a fine lettura mi hanno suscitato qualche dubbio.
Le qualità del romanzo sono note: ottima scrittura, buon ritmo, personaggi ben caratterizzati, azione e orrore quanto basta. Quelli che per me sono i punti deboli de I senza-tempo non riguardano quindi lo sviluppo narrativo del romanzo, né la sua capacità d'intrattenere il lettore o il suo valore letterario. I difetti hanno piuttosto a che fare con quello che da più parti è stato indicato come il "messaggio politico" del romanzo.
I senza-tempo indica esplicitamente qual è, secondo l'autore, il problema principale della società italiana: la gerontocrazia imperante, che succhia energie alle nuove generazioni, ne impedisce l'accesso ai centri di controllo, governa in moto autoreferenziale e arbitrario le sorti della nazione. Le mie perplessità riguardano la modalità scelta da Alessandro Forlani per presentare la problematica al lettore e la strategia di risoluzione drammatica adottata. Perché se è vero che lo stato della nazione è presentato nel romanzo in maniera credibile e controllato, è anche vero che il personaggio scelto per esprimere narrativamente l'orrore della gerontocrazia al potere è anche l'unico in tutto I senza-tempo che abbia un briciolo di carisma. Certo, Monostatos ha il piccolo difetto di essere cattivo cattivo (diavolo! mangia i bambini!) ma al confronto della manica di giovani sfigati che lo contrastano o dei vecchi barbogi che lo temono beh… ti vien da tifare per lui: è l'unico che sogna un futuro diverso, l'unico che lavora per costruirlo, l'unico davvero appassionato a quello che fa e beh… credo che in fondo sia anche l'unico a divertirsi.
Se questo aspetto del romanzo rischia di deviarne la prospettiva, lo sviluppo risolutivo della trama rischia di minarne la consistenza narrativa: come inserire nel contesto politico del romanzo la scelta di conferire ai media il potere di cambiare le cose? Dove ha vissuto l'autore negli ultimi vent'anni? Fortunatamente quest'aspetto della trama rimane piuttosto laterale, e il lettore può continuare a divertirsi seguendo le vicissitudini del giovane carrista nazifolle o della procace guerriera in costume, anche se arrivati in fondo rimane il sapore di un romanzo che, per quanto buono, non mantiene fino in fondo quanto promesso.
A corredo de I senza tempo, per rimpolpare un volume altrimenti un po' scarno, una serie di racconti collegati per ambientazione e tematiche al romanzo. I racconti si lasciano leggere, ma appaiono nel complesso piuttosto prevedibili e scontati. Unica brillante eccezione All'inferno, Savoia! che chiude in maniera memorabile il lavoro di Alessandro Forlani, coniugando storia alternativa, sviluppo drammatico, omaggi agli amici e un inferno che più barocco di così non si può.
Ultima annotazione sull'edizione del volume che m'è capitato di leggere. Mondadori ha distribuito I senza-tempo in ebook senza DRM (e questo è lodevole) con qualche mese di ritardo rispetto all'edizione cartacea, senza fornire alcuna informazione preventiva sulla data di uscita dell'edizione digitale. Sono mesi che la questione "urania in ebook quando come dove e perché" è in attesa di una risoluzione, ad oggi tocca ancora navigare a vista, arrangiandosi per la ricerca degli ebook urania nei vari negozi on-line, senza alcuna informazione certa da parte dell'editore su date di uscita e disponibilità dei vari volumi. Ormai non mi auguro nemmeno più che la situazione possa cambiare, ma da lettore mi pare doveroso segnalare il disagio, che a causa di questa politica editoriale ho rinunciato a titoli che altrimenti avrei letto con curiosità.
Le qualità del romanzo sono note: ottima scrittura, buon ritmo, personaggi ben caratterizzati, azione e orrore quanto basta. Quelli che per me sono i punti deboli de I senza-tempo non riguardano quindi lo sviluppo narrativo del romanzo, né la sua capacità d'intrattenere il lettore o il suo valore letterario. I difetti hanno piuttosto a che fare con quello che da più parti è stato indicato come il "messaggio politico" del romanzo.
I senza-tempo indica esplicitamente qual è, secondo l'autore, il problema principale della società italiana: la gerontocrazia imperante, che succhia energie alle nuove generazioni, ne impedisce l'accesso ai centri di controllo, governa in moto autoreferenziale e arbitrario le sorti della nazione. Le mie perplessità riguardano la modalità scelta da Alessandro Forlani per presentare la problematica al lettore e la strategia di risoluzione drammatica adottata. Perché se è vero che lo stato della nazione è presentato nel romanzo in maniera credibile e controllato, è anche vero che il personaggio scelto per esprimere narrativamente l'orrore della gerontocrazia al potere è anche l'unico in tutto I senza-tempo che abbia un briciolo di carisma. Certo, Monostatos ha il piccolo difetto di essere cattivo cattivo (diavolo! mangia i bambini!) ma al confronto della manica di giovani sfigati che lo contrastano o dei vecchi barbogi che lo temono beh… ti vien da tifare per lui: è l'unico che sogna un futuro diverso, l'unico che lavora per costruirlo, l'unico davvero appassionato a quello che fa e beh… credo che in fondo sia anche l'unico a divertirsi.
Se questo aspetto del romanzo rischia di deviarne la prospettiva, lo sviluppo risolutivo della trama rischia di minarne la consistenza narrativa: come inserire nel contesto politico del romanzo la scelta di conferire ai media il potere di cambiare le cose? Dove ha vissuto l'autore negli ultimi vent'anni? Fortunatamente quest'aspetto della trama rimane piuttosto laterale, e il lettore può continuare a divertirsi seguendo le vicissitudini del giovane carrista nazifolle o della procace guerriera in costume, anche se arrivati in fondo rimane il sapore di un romanzo che, per quanto buono, non mantiene fino in fondo quanto promesso.
A corredo de I senza tempo, per rimpolpare un volume altrimenti un po' scarno, una serie di racconti collegati per ambientazione e tematiche al romanzo. I racconti si lasciano leggere, ma appaiono nel complesso piuttosto prevedibili e scontati. Unica brillante eccezione All'inferno, Savoia! che chiude in maniera memorabile il lavoro di Alessandro Forlani, coniugando storia alternativa, sviluppo drammatico, omaggi agli amici e un inferno che più barocco di così non si può.
Ultima annotazione sull'edizione del volume che m'è capitato di leggere. Mondadori ha distribuito I senza-tempo in ebook senza DRM (e questo è lodevole) con qualche mese di ritardo rispetto all'edizione cartacea, senza fornire alcuna informazione preventiva sulla data di uscita dell'edizione digitale. Sono mesi che la questione "urania in ebook quando come dove e perché" è in attesa di una risoluzione, ad oggi tocca ancora navigare a vista, arrangiandosi per la ricerca degli ebook urania nei vari negozi on-line, senza alcuna informazione certa da parte dell'editore su date di uscita e disponibilità dei vari volumi. Ormai non mi auguro nemmeno più che la situazione possa cambiare, ma da lettore mi pare doveroso segnalare il disagio, che a causa di questa politica editoriale ho rinunciato a titoli che altrimenti avrei letto con curiosità.
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