Si comincia con le recensioni "preventive"! Dal blog Unknown to Millions questo curioso, simpatico post, il cui autore non conosco ma ringrazio per la gentile segnalazione:
PERCHE' COMPRERO' IL PREMIO URANIA
Quasi due anni fa, su questo stesso blog scrivevo un lungo articolo in cui elencavo le ragioni per cui non avevo comprato l'ultimo Premio Urania (che si trattava all'epoca di Lazarus di Alberto Cola), spiegando come, dalle tendenze di assegnazione del premio degli ultimi anni, potevo dedurre che il romanzo in questione non facesse per me. Questa politica di boicottaggio si è mantenuta per un paio di anni dopo quel libro, e solo adesso, con il Premio Urania 2012, ho intenzione di rompere l'embargo. Perché ho cambiato idea?
Facciamo un passo indietro. Per chi non lo sapesse, il Premio Urania è probabilmente il più prestigioso premio italiano in ambito di letteratura fantascientifica (magari non di nome, ma sicuramente di fatto), e viene indetto annualmente dall'omonima collana da edicola della Mondadori, che da sessant'anni, nel bene o nel male, ha definito la fruizione della sf nel nostro paese. È opinione pressoché comune che l'italia non sia "terra di fantascienza", e che gli autori italiani del genere non possano ambire a diventare maestri a livello internazionale. Non è questa la sede per discutere la questione, in ogni caso se il Premio Urania esprime "il meglio" della nostra fantascienza, in effetti qualche dubbio è lecito porselo. Nel corso degli anni, se pure ne sono emerse delle opere notevoli (il primo capitolo della sua saga di Nicolas Eymerich di Evangelisti, Mongai con il suo classico Memorie di un cuoco di Astronave), la maggior parte dei vincitori non ha rappresentato niente di memorabile, e in alcuni casi nemmeno al livello di un blando "buono". Io non ho letto tutti i romanzi vincitori, ma cercando le opinioni dei lettori ho notato come questo sia un pensiero abbastanza diffuso, in particolare per le ultime annate del premio, più o meno dal 2003-2004 in poi. È stata questa considerazione a farmi decidere di abbandonare il mio sostegno al premio nell'ultimo periodo.
Ma ecco che tra pochi giorni sarà disponibile in edicola I Senza-Tempo di Alessandro Forlani, e appena possibile lo acquisterò. Non tanto per la veste grafica rinnovata (che personalmente trovo scialba, ma molti la gradiscono), ma perché, facendo qualche considerazione sull'autore, mi viene da pensare che forse il premio quest'anno sia stato assegnato con effettivi criteri di merito. Ecco perché sono convinto di questo:
Punto 1 - Forlani è uno scrittore presente da anni nel sottobosco di genere italiano, ha già pubblicato diverse cose e si è dimostrato finora un autore abile e originale. Sono anche abbastanza sicuro di aver già letto qualcosa di suo, probabilmente in qualche antologia, però sinceramente non riesco a ricollegare quale fosse il racconto. In ogni caso non deve avermi scatenato l'orticaria, altrimenti lo ricorderei di certo.
Punto 2 - La trama del libro, per come viene presentata, non sembra rifarsi alle solite tematiche techno-thriller-post-cyberpunk che sono state la tendenza degli ultimi anni. È anche vero che temo che ci sia qualche implicazione politica di troppo, ma se il tono si mantiene sul filo del satirico credo sia sopportabile.
Punto 3 - A quanto mi risulta, Forlani non appartiene a nessuna "corrente" autoproclamata, che inevitabilmente incatenerebbe le sue tematiche e il suo stile. Questo rende il suo romanzo un prodotto potenzialmente "nuovo" rispetto a quelli presentati negli anni precedenti.
Punto 3bis - Non mi risulta nemmeno che Forlani appartenga a quel ristretto gruppo di "professionisti" che da decenni sono considerati il punto di riferimento italiano per la fantascienza, e che costituiscono un po' un circolo chiuso in cui spesso sembra verificarsi un semplice interscambio di premi, pubblicazioni e favoritismi.
Punto 4 - Anche se questo non ha a che vedere con il Premio in sé: in appendice al romanzo sono inseriti anche un racconto di Dario Tonani e uno di Marco Migliori (vincitore del Premio Stella Doppia indetto in collaborazione da Urania e Delos): il primo è un autore che ho sempre avuto modo di apprezzare, anche sulle stesse pagine di Urania; il secondo è un autore "emergente" che ho incontrato spesso in concorsi e forum di scrittura, e so di potermi fidare.
Queste sono le ragioni che mi spingono a dare una nuova possibilità al Premio Urania, sperando che il 2012 possa rappresentare l'inizio di un "nuovo corso". Tengo a precisare che non conosco personalmente Forlani, quindi non ho nessun interesse a promuovere la sua opera (che di fatto non ho letto, quindi potrebbe benissimo essere una ciofeca!), e che altresì non ho acquistato quote societarie della Mondadori e non ho nessun ritorno economico da una maggiore vendita dei libri. Insomma: questo non è un post promozionale. Il mio obiettivo era mostrare come, se in passato mi sono dimostrato piuttosto ostile (sollevando anche un certo volume di polemiche), sono assolutamente disponibile a cambiare opinione, se l'occasione si presenta. Vedremo se queste mie considerazioni avranno lo stesso riverbero di quelle di due anni fa, ma ne dubito.