3000 ab Urbe condita

Fra autori di fantascienza ci si deve supportare! Ho scritto volentieri una breve introduzione a questa antologia di prossima uscita:

"3000 ab Urbe condita" - di Chiara Zanini, Teresa Regna, Stefano Procopio, Salvatore Di Sante, Laura Cazzari, Matteo Fraccaro, Michele Pinto, Laura Silvestri 

Il 21 aprile 2247, la città eterna compie 3000 anni. Mentre romani e turisti si apprestano a festeggiare uno stormo di draghi, cavalcati da elfi, maghi ed altre strane creature, appare nel cielo della capitale. Non è una festa, i draghi sputano fuoco e i maghi lanciano incantesimi. È una carneficina. E nessuno sa perché. Otto storie ambientate nello stesso universo narrativo, con gli stessi protagonisti ed un filo conduttore che lega le trame di ciascuna di esse.

Con questo e.book la casa editrice Wizard & Blackholes festeggia i suoi primi due anni di vita: auguriamo in bocca al drago all'editore e ai giovani scrittori che partecipano alla silloge.


Draghi confortevolmente lontani

"I draghi poi sono confortevolmente lontani, perciò leggendari": è una frase di Gandalf ne Lo Hobbit che per questa antologia non mi sento di ripetere.
Roma, 21 aprile 2247: il tremillesimo attesissimo compleanno della celebre e celebrata Città Eterna ("bisognerebbe capire in cosa", ironizzava Landolfi) si trasforma in Apocalisse, simbolica-ma-mica-tanto, delle inquietudini, l'immaginario e i rigetti degli otto autori dei racconti di questo libro.
Questa Roma è capitale di una storia con la maiuscola, una cultura da riverire, la religione "che è roba vecchia", ridotte a niente altro che un oggetto di turismo; uno slogan da gridare fino a ben oltre lo spazio-tempo che ricorda le fanfaronate di governi dell'entertaiment: i troppi che sopportammo, stiamo ancora sopportando, tanto da sperare nell'invasione di draghi e maghi.
Le creature e le chimere - metaforiche e non - che caleranno sui Sette Colli non vengono a partecipare del pirotecnico, lo schiamazzo, il commerciabile e promozionale cui la nostra società dello spettacolo (ci ha azzeccato Debord) riduce ogni possibile speranza, prospettiva, volontà di immaginare: vengono a distruggerle.
La indecente Caput Mundi di un mondo qual è il nostro, quale forse peggiorerà a 231 anni da oggi, non può essere il teatro di un Armageddon di epica compostezza, con luci e oscurità di identico nitore. Questa Roma da Attacco dei Giganti è e resta affollata di turisti rompiscatole e di gente che va a pesca, di droni-netturbini e All Cops Are Bastards che picchiano manifestanti. Un futuro di tecnologie ciò non di meno scassate; e di sindaci - nonostante si spalanchino i cancelli dell'Inferno - in meschine preoccupazioni di non vincere le elezioni.
Ormai è una città a tal punto cosmopolita, e con ciò problematica, che elfi, nani e minotauri non sfuggono a qualche notte di guardiola. E i disagi provocati dai grandi rettili alati, sputafuoco, allevati al combattimento, assomigliano - nei sottotesto di queste storie - agli impicci di Fiumicino o gli scioperi dell'ATAC.
Al culmine e lo spegnersi delle pessime giornate, quando il traffico ti assorda, nel logorio di questa vita moderna, Roma alza lo sguardo al cupolone del Vaticano: dove persino l'occhio spietato e più spietato della webcam, oggi, si illude ancora che la colomba sfugga agli artigli di un corvo nero. Nel 2247, invece, al balcone dei pontefici si affaccia un inequivocabile Valerio Evangelisti: che guarda caso ha processato l'immaginario dei nostri autori col più crudele, ma più metal e punk, dei monaci inquisitori. E la santa ubiquità dei Don Bosco da refettorio, seminario, delle parrocchie di un'Italia e di una Roma di ingenuissimi secoli, si trasforma in un app che a mezzo internet moltiplica e rende robot il medesimo miracolo.
È un futuro ed una Roma, soprattutto, devastata da una guerra contro un nemico che non dovrebbe neppure esistere: nelle strade e i monumenti che leggendo puoi riconoscere, puoi toccare con mano, ci inseguono avversari il cui volto, il cui scopo, la cui minaccia, il lettore identificherà nei recessi dei propri incubi, delle proprie preoccupazioni per il presente, o nel convincersi che un'invasione di draghi e maghi è molto più credibile di certi fatti di cronaca.
Alle prossime elezioni amministrative, perciò, vota Voldemort in arcione di Glaurung! Perché accontentarsi del male minore?

Alessandro Forlani

Alessandro Forlani

sedicente scrittore, è nato negli anni '70 del XVII secolo, si è reincarnato nel XIX, nel XX e millenni a venire. Nerd, negromante, roleplayer e autore "difficile" di racconti fantastici. Di giorno si impaluda da docente universitario e ciacola di sceneggiatura, cinema e scrittura; di notte, che dovrebbe far l’artista, piuttosto guarda film, legge fumetti, ascolta musica barocca, gioca a soldatini e poi va a dormire. Perché crede che sia più sano scrivere in questo modo.

1 commento:

  1. Grazie Alessandro!
    Sei stato davvero gentile con noi!
    Per chi volesse l'ebook è scaricabile gratuitamente qui: http://www.wizardsandblackholes.it/download-ebook/

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