Un'intervista con Mendes Biondo del blog "Ramingo"
Le interviste di RAMINGO Procedono "verso l’infinito e… oltre" grazie alla bella chiacchierata fatta con Alessandro Forlani, autore con Edizioni Imperium del romanzo fantascientifico Eleanor Cole delle Galassie Orientali. La storia si ambienta nella Via Lattea del secolo XXVII; è una galassia rutilante e barocca, spartita fra compagnie commerciali governate da Aristocratici di Logo. Principi, Visconti, Granduchi di grandi major decidono le sorti di centinaia di mondi, più o meno conquistati a una splendida civiltà . Astronauti con scafandri, crinoline e parrucche percorrono gli spazi sugli astro-galeoni, assistiti da lacchè-robot con gorgiere e livree di latta; la musica di Händel, di Bach o di Vivaldi risuona fra le stelle e inneggia alla razza umana. Gli “Antropologi Comparati” quali Eleanor Cole garantiscono che la condotta delle aggressive Multigalattiche non rischi di estinguere le culture planetarie, e il modo di avvicinarle con reciproco vantaggio. E scoprono, sui mondi più remoti, che si nascondono antichi orrori ostili all’umanità …
Grazie all’esplosione tecnologica, oggi possiamo dire di vivere nel mondo della fantascienza. Qual è, secondo te, la difficoltà che riscontra un autore di questo genere quando scrive in tempi come questi?
Credo che la principale difficoltà sia che si restringe il campo del plausibile, nonché il maggior grado di scolarizzazione, o piuttosto informazione scientifica, dei lettori di fantascienza. I lettori o spettatori di film degli anni ’50, ’60, o ancora degli anni ’80, potevano “credere” a presupposti scientifici oggi considerati del tutto improbabili, se non addirittura ridicoli. È vero che anche la fantascienza è in fondo letteratura fantastica, e dovrebbe quindi beneficiare di un patto di sospensione del dubbio: ma noto che il pubblico della science-fiction in questo senso è molto, molto meno conciliante di quello del fantasy o anche solo del paranormal. Nulla ci impedisce di immaginare “di più” fino a spingerci ai clarkiani confini con la pura magia: ma se il pubblico degli anni ’70 e ’80 poteva accettare un 2000 di meraviglie, oggi siamo costretti a spostare di almeno un secolo l’orizzonte dei nostri sogni e delle nostre paure. Mi sembra che ci interessi la fantascienza del “micro” invece che quella degli orizzonti stellari; e raramente trovo alieni invasori che non abbiano le stesse, umanissime caratteristiche, degli Altro-dal-Sé del modello Occidentale di cui ci spaventiamo condizionati dai media.
Quali sono, secondo te, gli autori contemporanei che possono essere considerati i nuovi maestri del genere fantascientifico?
“Maestro” è una parola molto grossa: lo status, l’etica, i ritmi dell’attuale editoria non mi sembra creino le condizioni per cui un autore possa seriamente decidere di coltivare una propria, autentica poetica (con tutto ciò che implica questo termine…). E anche la fantascienza, poiché è letteratura, necessita invece di spessore letterario. Ci sono autori che trovo interessanti, altri che mi divertono, altri ancora che trovo abili… ma non voglio mettere sugli altari né affossare nessuno. In Italia guardo con molta stima a Dario Tonani perché è una voce che ha saputo farsi ascoltare all’estero; guardo a Francesco Verso e Silvio Sosio perché sono ottimi divulgatori di fantascienza. Apprezzo molto il lavoro, raffinato e quasi silenzioso, di un Graziano Versace, Riccardo Coltri, Samuel Marolla o Italo Bonera.
Il personaggio principale del tuo romanzo è una donna. Quali difficoltà hai riscontrato nel doverti immedesimare in un personaggio femminile?
Nessuna, in realtà . Sempre che sia riuscito a rendere Eleanor davvero donna… ma questo lo possono dire soltanto le mie lettrici! Scrivere personaggi femminili mi serve e aiuta molto, però, a mettere in evidenza alcuni aspetti del modo di pensare maschilista e maschile troppo spesso ridicoli; e – per esteso – lati altrettanto discutibili della nostra maschilista società .
Restiamo sull’ambito donna. Finalmente ci sono moltissime protagoniste di avventure del gentil sesso. Quanto è cambiata la letteratura di genere a partire da Jules Verne fino ai tempi odierni?
Il mio timore è che si tratti di un mutamento “di botteghino” determinato da certi gusti, o ideali di donna, che restano in realtà marcatamente maschili. La fantascienza è popolata di Lara Croft in abiti succinti e armate pesantemente, dai modi e il linguaggio da compagni di sbronze; oppure da eroine compiacenti e inclini a perversioni gradite ai lettori maschi. Quasi sempre fisicamente attraenti. Personaggi come Donna di “Doctor Who” sono ancora un’eccezione; se c’è bisogno di salvare quest’universo da alieni cattivi, ma davvero cattivi… i macho alla Bruce Willis sono sempre i più affidabili.
Ora che Eleanor ha trovato le stampe con la Imperium puoi prendere una pausa. Dopo di questa quali sono i tuoi progetti?
Uscirà presto per Delos un mio nuovo romanzo steampunk. Per il resto, non mancheranno durante l’anno racconti o antologie.