Eccomi, no: non sono andato in ferie. Anzi. Ho avuto da Urkin l'incarico di sviluppare libri-game multimediali. Per quelli della mia generazione, che da bimbi hanno giocato i volumi di "Lupo Solitario", è una sorta di traguardo esistenziale. In attesa di potervi dare i dettagli, colgo l'occasione per un post di Laboratorio sugli ingredienti che ho mescolato nel calderone.
Il committente mi ha chiesto fantascienza con sfumature di horror: quello che segue è il background dell'avventura (spero delle avventure: il progetto è seriale!) che giocherete; un ritratto di questa nuova protagonista e il "dark future" in cui vive.
La
Via Lattea nel XXVIII secolo.
L'Uomo
naviga fra le stelle ormai da seicento anni: l'assidua esplorazione
di pianeti, sistemi, fasce di asteroidi; la messa in orbita di
stazioni dai mondi colonizzati, ha prodotto - come già attorno alla
Terra nel XXI secolo - una massa eterogenea di immondizia spaziale.
Relitti, rottami di astronavi, di sonde e di satelliti e vettori di
carburante; rifiuti di ogni tipo abbandonati dagli equipaggi.
Le
vere e proprie nubi di questi scarti, che si formano nell'orbita dei
pianeti più operosi, finiscono - con il trascorrere di decenni e di
secoli - per impedire decolli, atterraggi, trasmissioni e causare
variazioni climatiche e tempeste radioattive.
Il
Governo Galattico, incapace di affrontare coi propri mezzi la
crescente calamità, si avvale di privati per sgombrare
quest'immondizia.
Individui
rudi e poco raccomandabili, oggi, percorrono la galassia a bordo di
enormi astronavi-rimorchiatore, soli, perfino asociali nei confronti
dei computer di bordo; attrezzati per raccogliere, distruggere i
relitti e scambiare cannonate coi rompiscatole cosmici.
Li
chiamano Scrapslayers: il che la dice lunga, sul loro modo di
fare.
Un
po' scaricatori di porto, un po' archeologi industriali, un po'
cacciatori di tesori, un po' mercenari e criminali, costoro hanno
ottenuto dal Governo - oltre un buon compenso per un lavoro rischioso
- di reclamare per sé ciò che trovano nello spazio.
Il
che ti rende ricco, se ti capita il relitto giusto: ma si sa che
nelle tenebre del cosmo si nascondono più orrori che tesori...
Molti
pensano sia un lavoro da uomini. La migliore Scrapslayer
invece è Kautar Kurdan, trent'anni, del Sistema Kobane. I capelli
e l'incarnato di un mondo ridotto in cenere e una tuta spaziale
firmata Manolo Blahnik. La sua prima parola, nella culla, è stata
"napalm".
Solca il vuoto a bordo della "Hellequinn"
nel settore Sagittario-Carena.
In
questo game-ebook vivi le sue avventure.
C'è sempre bisogno di un referente reale: stavolta il modello è un'amica di chiacchierate e incursioni narrative (e nerd) a cui, da tempo, devo almeno un racconto; nonché certi poster di guerra USA (vedi foto) che mi sono venuti in mente quando l'ho "vista" al lavoro sull'astronave-rimorchiatore. Per tutto il resto, naturalmente... C'è "Alien" e c'è "La Cosa".
Seguiranno scarabocchi... restate su queste pagine!
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