"Il Grande Avvilente": una tesi di laurea

Ormai sei anni fa pubblicavo Tristano, il mio primo (unico) romanzo fantasy. Sei anni, nella vita di un autore, sono un'era geologica. In quell'era ho cambiato molto del mio modo di scrivere, e guardo a quel lavoro come a qualcosa di superato - di dismesso, per certi aspetti... - senza dubbi o rimpianti: tanto nello stile, le strutture, quanto nell'approccio al lavoro di scrittore.

Di Tristano resta solo il titolo di questo blog. "Il Grande Avvilente" è infatti la carica che l'arcigno protagonista riveste, come recita la sinossi:

"In un Regno senza tempo", dove, "dopo sessant'anni di governo dispotico, il popolo si ribella sorprendendo i suoi custodi, del tutto impreparati al contrattacco. Come in una fiaba nel romanzo vi sono eroi, lotte, mostri e aiutanti magici. I protagonisti (l'indifferente Tristano, il grottesco Otre, la disperata Agnes), con il loro carattere letterario, sembrano rappresentare i tre Stati dell'"Ancien Régime": la nobiltà, una sorta di clero (uso alla violenza piuttosto che alla preghiera) e il Terzo Stato, ognuno agente all'interno di una logica del "tutto cambia, niente cambia". E, in sottofondo, pare che una voce anarchica continui a denunciare l'ignominia dello Stato il quale, tramite i suoi politici "avvilenti", cancella la dignità.

Poi, però, all'improvviso, un noioso mercoledì pomeriggio, ti scrive una neo-dottoressa in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo presso l'Università degli Studi di Roma Tre,

"diplomata in scenografia lo scorso febbraio con una tesi che ibrida la scenografia teatrale a quella cinematografica. Si tratta di un'ipotesi di film girato in un teatro barocco, ispirato al Teatro Farnese di Parma, che però sfrutta come campo di inquadratura non solo il palco scenico, bensì tutta la struttura. Ogni scena si racconta attraverso la zona del teatro scelta, l'angolazione e la composizione dell'inquadratura. La storia che viene raccontata è la trama, semplificata, del suo romanzo Tristano".

Lei si chiama Alessandra Stefanelli: qui si seguito una tavola del suo lavoro...


... ma, soprattutto, l'animazione del progetto di diploma.


Che dire? Quando l'ho saputo "come son rimasto! come l'aratro in mezzo alla maggese" di pascoliana memoria! 

E, in virtù dei poteri conferitemi, dichiaro Alessandra Grande Avvilente del Regno.


Alessandro Forlani

sedicente scrittore, è nato negli anni '70 del XVII secolo, si è reincarnato nel XIX, nel XX e millenni a venire. Nerd, negromante, roleplayer e autore "difficile" di racconti fantastici. Di giorno si impaluda da docente universitario e ciacola di sceneggiatura, cinema e scrittura; di notte, che dovrebbe far l’artista, piuttosto guarda film, legge fumetti, ascolta musica barocca, gioca a soldatini e poi va a dormire. Perché crede che sia più sano scrivere in questo modo.

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