"La Macchina Insurrezionale" - recensione di Lorenzo Davia

Recensione di Lorenzo Davia dal blog Rivangare il Futuro

Visto che questo fine settimana assolutamente non sono uscito per bere birra o per ascoltare band metal finniche, ho avuto modo di leggere, in tutta sobrietà, La Macchina Insurrezionale, di Alessandro Forlani, già Premio Urania con i Senza-Tempo, che avevo recensito poco tempo fa.
Il racconto è ambientato a Trieste, nel 1849. E già questo mi basta per metterlo nella Top Ten della settimana. Ma ci sono anche aeronavi, robot e congiure, che non fanno mai male.
Daniele Caravà, Oberleutnant dell’Esercito Austriaco, in accordo con Radetzky, vuole scatenare una rivolta a Trieste, allo scopo di far uscire allo scoperto la misteriosa Macchina Insurrezionale, velivolo sempre presente nelle numerose insurrezioni del ’48 e loro probabile istigatore.
Il Caravà riuscirà nel suo scopo, ma le cose non andranno proprio come previsto. Ci sono troppi interessi in gioco attorno a una macchina capace di scatenare rivolte…
La storia regge, anche se forse il finale è troppo affrettato per essere apprezzato pienamente. Ritroviamo numerosi elementi che ricorrono nei racconti del Forlani: le sue curiose creazioni steampunk (presenti praticamente in ogni suo racconto), il Lombardo Veneto sotto il dominio austriaco (ANU B), addirittura compare un riferimento agli alieni Seleniti (Venite Invademus, Clara Hörbiger).
Anche la prosa è quella tipica del Forlani, anche se questa volta, contrariamente a molti suoi scritti precedenti, non sono dovuto ricorrere nemmeno una volta al vocabolario… quindi o ho imparato io un po’ d’Italijanski Jezik o l’autore non si è sforzato come al solito.
Giudizio: ottimo, ma sappiate che il voto è offuscato dal fatto che c’è Trieste.


Alessandro Forlani

sedicente scrittore, è nato negli anni '70 del XVII secolo, si è reincarnato nel XIX, nel XX e millenni a venire. Nerd, negromante, roleplayer e autore "difficile" di racconti fantastici. Di giorno si impaluda da docente universitario e ciacola di sceneggiatura, cinema e scrittura; di notte, che dovrebbe far l’artista, piuttosto guarda film, legge fumetti, ascolta musica barocca, gioca a soldatini e poi va a dormire. Perché crede che sia più sano scrivere in questo modo.

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