Recensione del sito Writer's Dream a "Deinosrestaurant", compreso nell'antologia "Deinos" a cura di Giovanni Grotto.
Terzo racconto e terza recensione: oggi parlo di Deinosrestaurant, di Alessandro Forlani.
Come per il racconto Effetto Lazzaro di Valentina Coscia non sapevo cosa aspettarmi da questo testo (bene o male seguo Raffaele Serafini sul suo blog, avevo una vaga idea di cosa mi sarei trovato davanti leggendo il suo racconto, cosa invece che non potevo sapere col primo e con quest’ultimo racconto) e l’ho iniziato prevedendo (grazie al titolo) solo in minima parte il tema (il mio primo pensiero è stato: i rettiliani hanno trasformato gli umani in portate per un ristorante futuristico in mondo ormai da decenni colonizzato nuovamente dai sauri e dai loro nipoti ultraevoluti che noi ignoranti umani scambiavamo per alieni, quando invece erano solo dei Dinosauri sopravvissuti e cambiati col tempo, alla fine ci sono andato vicino, circa).
Terzo racconto e terza recensione: oggi parlo di Deinosrestaurant, di Alessandro Forlani.
Come per il racconto Effetto Lazzaro di Valentina Coscia non sapevo cosa aspettarmi da questo testo (bene o male seguo Raffaele Serafini sul suo blog, avevo una vaga idea di cosa mi sarei trovato davanti leggendo il suo racconto, cosa invece che non potevo sapere col primo e con quest’ultimo racconto) e l’ho iniziato prevedendo (grazie al titolo) solo in minima parte il tema (il mio primo pensiero è stato: i rettiliani hanno trasformato gli umani in portate per un ristorante futuristico in mondo ormai da decenni colonizzato nuovamente dai sauri e dai loro nipoti ultraevoluti che noi ignoranti umani scambiavamo per alieni, quando invece erano solo dei Dinosauri sopravvissuti e cambiati col tempo, alla fine ci sono andato vicino, circa).
Anche stavolta siamo in un mondo post-invasione dei carissimi lucertoloni a differenza però delle due precedenti istantanee stavolta gli esseri umani hanno prevalso, si desume senza eccessivi problemi, e riescono ad allevare i dinosauri per trasformarli, come solo gli uomini sanno fare* in ottimi manicaretti per Gourmet e per gente con abbastanza soldi da potersi permettere un pasto a base di triceratopo.
Accantonato il messaggio inviatomi dalle papille gustative che mi dicevano “Quindi i triceratopi sono commestibili?” (i sauri d’allevamento sono infatti dei Triceratopi ma presumo che siano semplicemente la specialità del nostro ristorante protagonista e che, in base ai gusti e ai menù, siano allevate tante altre piccole, si fa per dire, creaturine giurassiche) sono andato avanti con la lettura conoscendo la simpaticissima** (non leggete la nota se non volete uno spoiler sul finale) Antonietta, un paio di sconosciuti estranei (a cui si deve la citazione a inizio articolo) e i vari dipendenti di Antonietta, oltre, ovviamente, ai Triceratopi.
Questi ultimi vengono tenuti buoni e tranquilli grazie a vari tranquillanti cui, però, stanno diventando immuni: inutile spiegarvi cosa succederà, leggete e divertitevi per saperlo.
Di questo racconto mi è piaciuto particolarmente il cambio di tono, la prospettiva più positiva*** (se paragonato ai due precedenti e sì, c’è di nuovo uno spoiler nella nota) e, mi secca un po’ ammetterlo, non mi è piaciuto molto il come è stato scritto**** (solo una considerazione completamente marginale sulla quale non mi voglio dilungare troppo).
Poco male, però, perché alla fine, nonostante l’antipatia nata verso la forma mi son divertito un sacco** seguendo l’idea alla base del racconto e gongolando come un matto sul finale.
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*C’è un racconto di SF di cui non ricordo il titolo in cui, in una Terra priva ormai di risorse alimentari, una multinazionale (o forse era il governo? Non ricordo proprio) finanzia dei viaggi nel sistema solare con il solo scopo di cercar provviste.
E vediamo gli uomini conoscere civiltà più o meno evolute e… mangiarle.
Niente conquista per un grande impero umano, solamente una battuta di caccia spaziale.
Cose da uomini umani (cit.)
**Alla fine Antonietta viene annientata dai triceratopi imbizzarriti, alla fine io urlavo (mentalmente, per non farmi dare del pazzo una volta di troppo) “Sì! Muori stronza!” mai preso così in antipatia un personaggio di un racconto e lo intendo in senso buono, mi piace trovare antipatici dei personaggi, è un modo come un altro per appassionarsi al loro destino (sperando che muoiano presto e in maniera atroce).
***Be’, almeno all’inizio. La possibilità che non succeda niente di male al Ristorante esiste, speri di no però esiste.
****Non c’entra il POV che va dove gli pare (cit. o comunque fosse) o altre cose del genere, semplicemente non mi ha preso.
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