Partecipo a questo piccolo, delizioso concorso letterario con 600 caratteri dedicati all'adorato Tommaso Landolfi, che spero agghiaccianti & grotteschi come sarebbero piaciuti a lui.
Lo aveva trovato nell'amplesso con l'altra: che azzittita, insanguinata e inerme se ne restava fra le lenzuola gualcite.
Laura, già miope, cieca d'ira aveva dato di matto: «Dio mio, cos'ho fatto?»; malediva la puttana, «Tu me l'hai rubato, e taci! Te ne stai lì così!»
Ma gettava le forbici, s'affrettava con le valigie: scappare bisognava! Chiuse l'uscio, precipitava le scale.
Lasciava lì sul letto la bambola gonfiabile.
Quel tizio che recensisce film dalla plancia di un incrociatore stellare mi ha invitato tempo fa ad un post sulle ossessioni. E ho riflettuto che compilarne l’elenco (le regole ne consentono 5: in ognuna ne infili altre, quando ammetti che sono tante…) non è solo un gioco da blogger, ma un’occasione per fare il punto sulla propria scrittura. L’incontro con autori e promotori come Benuzzi, Bortolozzo, Girola, Mana, Silvestri o Tonani; un posto da finalista al Premio Urania 2010, l’esperienza con Pyra, mi ha convinto da qualche mese a dedicarmi alla fantascienza. Che tipo di fantascienza? Il confronto, la lettura dei loro scritti mi ha fatto accorgere che la mia fantascienza non è space opera, non è war sci-fi, non è ucronia, non è post-atomica, non è apocalittica, non è.... Di che cosa consiste? Riguardo ai contenuti mi interessa la sociologia, mi interessa il “mondo magico” degli antropologi, “il tallone dei vecchi sulla gola dei giovani” (Majakovskij); riguardo alle strutture e lo stile mi interessa una scrittura cinematografica, però che sia prosa, non sceneggiatura.
E trovate, ossessivamente nei miei racconti:
La Vecchiaia
I “cattivi” sono sempre persone anziane, o al di là della vecchiaia come gli spettri di Samuel Beckett. La vecchiezza non è solo del corpo, dell’anima bensì. Lo sfacelo del corpo (descritto soprattutto nel ventre, nei capelli, nei genitali e nelle rughe del viso) corrisponde a un decadimento morale che fa di questi vecchi famelici egoisti, ottenebrati dall’istinto feroce, violento, di sopravvivere ad ogni costo; mantenere lo statu quo. A spese della società ma soprattutto dei giovani.
MERCUZIO: Tu sei uno di quei tali, che appena varcata la soglia di una taverna, ti buttano lì la spada sul tavolo, e dicono: “faccia Iddio che non abbia da servirmi di te”; e poi, quando comincia a lavorare il secondo bicchiere, la snudano magari contro il servo, il che, proprio non serve” (Romeo e Giulietta; Atto III, Scena I; trad. di Cesare Vico Lodovici, Einaudi, Torino 1979)
L’Angolo, le Viscere e l’Orizzonte Vivo in città , racconto di città , finisco spesso nelle cantine, nelle camere e i sottoscala, percorro vicoli che sfociano in una piazza. L’igiene lascia molto a desiderare. Le piazze sono sparse di icori e di viscere: a volte non capisco se è il cemento che secerne liquidi o al contrario sono di polvere le interiora e cervella. Tutto fradicio la maggior parte dell’anno. Il paesaggio lo vedo solo dagli oblò dei dirigibili, da lontano o dall’alto. “Paesaggio” significa arancione, verde, porpora, nuvole ed azzurro. Con una tecnica che ho appreso da Werner Herzog cartografo il mondo dall’orizzonte al particolare. E il Male è nell’afa, nel solleone e l’umidità .