Recensione di Francesco La Manno sul sito Italian Sword & Sorcery
A tutta prima è bene precisare che Alessandro Forlani è uno scrittore poliedrico, capace di destreggiarsi abilmente in ogni genere della narrativa dell’immaginario. Troviamo infatti al suo attivo pubblicazioni di fantascienza, horror, weird, steampunk e fantasy. Peraltro, il nostro può vantare anche un Premio Urania.
Occupiamoci di analizzare il contenuto di Xpo Ferens. E partiamo dal protagonista, che sicuramente suscita in noi una malia irresistibile.
Cristoforo Colombo è ricordato come uno dei più importanti navigatori della sua epoca, ma soprattutto come colui che ha scoperto l’America. Per attuare il suo fine, il nostro non si è limitato a chiedere aiuto ai sovrani italiani, ma si è recato prima da re Giovanni II del Portogallo e poi dai regnanti di Castiglia e Aragona. Sono stati proprio questi ultimi, grazie all’aiuto della regina Isabella di Castiglia, ad avallare le sue richieste. È bene sottolineare che l’intenzione primaria dell’esploratore genovese era quella di raggiungere la Cina e il Giappone direttamente per mare, partendo dalla Spagna, al fine di accrescere gli introiti commerciali del Regno di Castiglia; non quella di scoprire il Nuovo Mondo. Di certo, per immaginare di compiere un viaggio tanto periglioso, doveva essere armato di grande audacia, inesauribile fede nelle proprie capacità e vivace curiosità: attraversare l’Atlantico era considerata un’impresa assurda, a quell’epoca.
Ebbene, questo, per sommi capi, è ciò che conosciamo di Colombo attraverso i libri di storia.
Immaginate che qualche anno prima, ovvero nel 1483, il nostro venga assalito nei pressi delle coste africane da un vascello di pirati saraceni, governati da un folle berbero che lo costringa a compiere un viaggio per mare in un universo parallelo. Universo in cui sono presenti creature preumane e macchinari di un livello tecnologico superiore perfino a quello della nostra epoca. Supponete ora che, per ironia della sorte, questo individuo sia Abdul Alhazred, l’autore del “Necronomicon”, esecrabile grimorio di cui H.P. Lovecraft fa menzione di continuo nelle proprie opere.
Questo è il fulcro attraverso il quale ruota la vicenda, e ritengo che vi siano tutti gli elementi idonei a solleticare la curiosità di ogni lettore appassionato di narrativa fantastica.
Occorre sottolineare che è difficile imbrigliare Xpo Ferens in un unico genere letterario, poiché presenta molteplici valenze.
In primo luogo abbiamo una cornice storica affascinante come quella delle grandi scoperte. Un periodo in cui, a cagione della caduta di Costantinopoli a opera dei turchi e del loro dominio sul traffico di merci dirette in Europa dall’Oriente, si è reso necessario creare percorsi alternativi per raggiungere Cina e India in modo da acquisire direttamente le preziose materie prime. Del resto, le innovazioni scientifiche hanno permesso ai navigatori spagnoli e portoghesi di attuare queste esplorazioni.
In secondo luogo, non possono non balzare agli occhi le numerose scene di azione, di combattimenti all’arma bianca tipici dei romanzi di fantasia eroica, avventura e di cappa e spada; anche se in questa circostanza Colombo, più che un nerboruto guerriero o un prode spadaccino, risulta un pavido ma acuto comandante che rifugge lo scontro armato per seguire la soluzione più rapida e indolore ai problemi.
In terzo luogo, a dispetto delle profonde contaminazioni che richiamano i “Miti di Cthulhu”, esse vengono proposte in una versione del tutto originale. Alessandro Forlani ci racconta una vicenda nella quale l’orrore cosmico lovecraftiano, i suoi stilemi, le sue tetre e orrorifiche atmosfere si palesano nel periodo delle grandi scoperte e in particolare nella vita di Cristoforo Colombo.
Ad avviso di chi scrive, si tratta di una scelta assai originale: le storie vergate dal solitario di Providence si svolgono in un’ambientazione contemporanea, così come quelle dei suoi epigoni, e difficilmente troviamo l’utilizzo del pantheon lovecraftiano in altre epoche.
In quarto luogo vengono alla luce tecnologie retrofuturistiche che si confondono con la stregoneria, combinandosi alla natura reale degli incantesimi e dei mostri che prendono parte a questa vicenda.
Infine, a chiudere il cerchio, vi è l’incredibile, cristallina abilità di Alessandro Forlani nel narrare storie incantevoli e orripilanti, avventurose e ironiche, eroiche e crudeli, che solo un fuoriclasse come lui riesce a mettere sulla carta.
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