Un contributo su "Robot" n.73

Esce su "Robot" n. 73 (Inverno 2014; anno XII) la versione integrale di un'inchiesta di Marco Passarello sulla fantascienza positiva, già apparsa in forma ridotta sulle pagine di "Repubblica.it". Ho il piacere e l'onore di apparire nell'articolo accanto a Valerio Evangelisti, Tullio Avoledo, Piero Schiavo Campo e Giovanni De Matteo. Pubblico qui di seguito il mio contributo.

 Credo che stia solo al giudizio dell'autore l'avvertire se la "propria" fantascienza (la fantascienza che scrive; ma anche quella altrui, che gli capita di leggere, condividere o meno...) sia troppo o troppo poco pessimista. C'è magari chi si inventa un agghiacciante futuro per ammonirci di realizzarne uno peggio; chi esorcizza nei romanzi un indomani da incubo perché spera, se mai ci arriverà, di tirare quel respiro di sollievo del “meno male: non ci avevo azzeccato...” Se non altro, è un approccio propositivo.
La società spettacolare di Debord; il secolo breve di Eric Hobsbawm; e questo che è iniziato, e che appare brevissimo, ci ribadiscono a grida umane e strazianti che i racconti non finiscono mai bene. Oggi sai già, prima ancora di assaggiarlo, che il soylent green “è fatto con i morti!”: ed è in tutti i supermarket sotto casa; non ti servono certo occhiali per tradurre COMPRATE: ché sta scritto a chiare lettere dappertutto. Se ci sembrava un'inconcepibile, inaccettabile assurdità il Ministero dell'Amore, basta ascoltare certi slogan di governo. Non credo la fantascienza sia pessimistica o no: la fantascienza è una soglia di sopportazione: si scrive quando la "scienza", la società, la politica, la morale, e qualsiasi altra cosa ci è cara, e che mai pensavamo si potessero intaccare, arrivano a tal punto che vorremmo siano "fanta"... e purtroppo non è così.
Leggo di molti leader appassionati di fantascienza: da Obama che un fan di "Star Wars" a Cofferati appassionato di PH. Dick; l' “amato leader” Kim Jong-il produsse, a suo tempo, un "Godzilla" nord-coreano... Per ora, però, ogni volta mi è capitato di ascoltare, stupito, la tal notizia “come in quel film di SF” si è trattato di armi e nuovi modi di condurre la guerra. Non c'è niente di sbagliato nel fare a pezzi certe blatte galattiche; ma scannarci fra noialtri su questa briciola di pianeta è una trama così stupida che nessun serio autore di fiction ci caverebbe un romanzo best-seller. Di sicuro, vedo che i pendolari, nel 2014, non godono del comfort dei teleport dell' "Enterprise": ma sopportano i disagi di Ferrovie dello Stato. 


Alessandro Forlani

sedicente scrittore, è nato negli anni '70 del XVII secolo, si è reincarnato nel XIX, nel XX e millenni a venire. Nerd, negromante, roleplayer e autore "difficile" di racconti fantastici. Di giorno si impaluda da docente universitario e ciacola di sceneggiatura, cinema e scrittura; di notte, che dovrebbe far l’artista, piuttosto guarda film, legge fumetti, ascolta musica barocca, gioca a soldatini e poi va a dormire. Perché crede che sia più sano scrivere in questo modo.

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