"I Senza-Tempo" su Storie da Birreria

Una nuova recensione firmata Il Moro sul blog  Storie da Birreria:

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Andiamo a parlare di questo I senza-tempo, romanzo vincitore del premio Urania e del premio Kipple. Non che ce ne sia bisogno, viste le numerosissime recensioni spuntate sul web, e più o meno tutte raccolte dall'autore Alessandro forlani nel suo blog (anche quelle negative, quindi onore e gloria a lui). Ma visto che l'ho letto anch'io e che ho deciso di parlare sul blog di tutto (o quasi) quello che leggo, vi beccate pure la mia.

La trama a grandi linee:

Inizia nel presente, con il risveglio di un negromante cannibale in letargo da secoli, che attacca una scuola cibandosi di tutti i bambini presenti. Solo tre sopravvivono, e li ritroveremo anni più tardi, in un'Italia distopica dove i costumi morali sono sempre più scaduti e la tecnologia di cui tutti sono schiavi sta funzionando sempre meno. Qui le loro strade incroceranno nuovamente quella di Monostatos il negromante, svelando nel contempo altre verità che si nascondono tra le pieghe della storia...
L'edizione di Urania è in realtà una raccolta di racconti. Quello che dà il titolo è un racconto lungo (o un romanzo breve) di un centinaio di pagine. E non è di fantascienza.
Approfondiamo un momento la questione. 
Io non sono un talebano della divisione in generi, diciamo pure che non me ne frega niente, purché la storia sia bella. Se vogliamo inquadrare questo racconto, metterlo nel new weird mi sembra la scelta più azzeccata. Bisogna solo sottolineare che non si tratta di fantascienza, per il semplice motivo che è pubblicato all'interno della principale collana di fantascienza italiana, e ha vinto un premio per la fantascienza, nel cui bando al punto 3 sta scritto: Il contenuto dovrà essere strettamente fantascientifico. Non saranno ammesse opere di fantasy o di horror.
Non che non ci siano precedenti illustri, mi viene in mente che in passato Urania ha pubblicato un libro che ho amato moltissimo, Tre millimetri al giorno di Matheson, che di fantascienza ha meno ancora di questo. Ma mi sembra giusto farlo comunque presente.
Ci sarebbe anche un'altra precisazione da fare: il racconto, facendo i calcoli a spanne, arriva all'incirca intorno alle 350.000 battute. Per la partecipazione ne era richiesto un minimo di 450.000. Posso capire che i giudici abbiano deciso comunque di premiare l'opera migliore che è pervenuta loro. Però il fatto che sia stato premiato un romanzo che non soddisfa le richieste specifiche del bando, e che pertanto non avrebbe dovuto superare nemmeno la prima selezione, solleva qualche dubbio sulla serietà del concorso stesso. Io non ho partecipato (anche se penso di farlo l'anno prossimo), ma penso che qualche autore potrebbe essersi dannato per "allungare il brodo" del suo racconto per farlo arrivare ai 450.000 caratteri, peggiorandone di conseguenza la qualità, per poi scoprire che non serviva.
C'è anche un  mistero legato ad una dichiarazione dello stesso Forlani, che in un'intervista (finita in appendice a questa stessa raccolta) dichiara quanto segue:

"la stesura in principio è andata a rilento, ma l'essermi trovato in finale al premio urania 2011 mi ha stimolato a completare il progetto. Mi sono convinto che il mio lavoro potesse interessare alla collana, e da luglio a ottobre dello stesso anno sono tornato sul manoscritto".

Detto così, sembra che lui abbia completato il romanzo solo dopo aver saputo che era in finale, il che suona parecchio strano. Immagino quindi che ci sia un errore di battitura, visto che Forlani era arrivato in finale nel 2010 con Qui o si va a vapore o si muore!.
Ora possiamo quindi lasciare da parte le polemiche (che non sono solo mie, ci sono varie discussioni in rete sull'argomento, dove troverete anche i link per diverse altre) e tornare a parlare dell'opera in sé. Alla fine, fantascienza o meno, questo racconto un premio comunque lo meritava.
Il racconto di Forlani spinge molto sull'acceleratore della metafora con l'Italia. Penso che questa frase tratta dal libro possa riassumere il pensiero di Forlani (oltre che il mio e quello di molti altri):

Non so cosa siano, senza-tempo, hanno detto; se lo erano, non sono più umani. Hanno il potere di farci credere ciò che vogliono. Ci sprofondano nel passato, ci derubano del presente, ci hanno tolto il futuro. Ci impongono il loro delirio disturbato, senile. Non so come riescano. Lo fanno. Ci hanno tolto la realtà. Per loro siamo cibo.

Se vi ricorda qualcosa vuol dire che vivete nello stesso paese in cui vivo io.
Forlani ha saputo creare una storia interessante, con uno stile di scrittura ricercato e volutamente barocco, peccato per un'approfondimento troppo scarso dell'ambientazione dell'Italia futura e dei personaggi.
Ci sono belle scene d'azione con sangue che scorre a fiumi, e immagini interessanti e d'effetto (anche se trattate in modo un po' troppo sbrigativo) con gli automi semiorganici e gli incantesimi dei negromanti.
Insomma, è bello e merita senz'altro la lettura (visto anche il basso prezzo dell'edizione Urania) ma secondo me avrebbe potuto essere migliore se l'autore vi avesse dedicato qualche pagina in più (il che tra l'altro l'avrebbe aiutato a rientrare nei canoni richiesti dal bando... va bene, va bene, la smetto!).
A fare da appendice ci sono altri quattro racconti, presentati come "cronache dei senza-tempo", facendo intendere che dovrebbero essere altre storie con questi personaggi.
In realtà dei senza-tempo come vengono descritti nel racconto a loro dedicato non c'è traccia, si tratta probabilmente di vecchi racconti di Forlani che comunque trattano temi e atmosfere molto simili, con esseri di aspetto umano ma di natura diabolica, che vivono tra noi e, spesso, si nutrono di noi. Non mi sembra corretto etichettarli come "cronache dei senza-tempo", ma sono comunque letture molto piacevoli. Nell'ultimo l'autore fa anche un simpatico omaggio ai suoi amici blogger, chi segue la blogsfera del fantastico (si potrà dire così?) riconoscerà sicuramente i nomi dei personaggi, oltre all'apparizione del Cavour-cacciatore di vampiri che molti di voi conoscono bene.
Completano il volume la già citata intervista a Forlani, due racconti di Marco Migliori e Dario Tonani e un paio di editoriali. 
Ce ne hanno fatta stare di roba, in poco più di 200 pagine!

Alessandro Forlani

sedicente scrittore, è nato negli anni '70 del XVII secolo, si è reincarnato nel XIX, nel XX e millenni a venire. Nerd, negromante, roleplayer e autore "difficile" di racconti fantastici. Di giorno si impaluda da docente universitario e ciacola di sceneggiatura, cinema e scrittura; di notte, che dovrebbe far l’artista, piuttosto guarda film, legge fumetti, ascolta musica barocca, gioca a soldatini e poi va a dormire. Perché crede che sia più sano scrivere in questo modo.

2 commenti:

  1. Grazie per aver pubblicato il mio articolo!
    In attesa di leggere qualcosa di tuo di nuovo, mi tengo impegnato con i racconti gratuiti qui sul blog!
    Il Moro

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    Risposte
    1. Benvenuto in questi Avvilenti Paraggi, Moro.
      Grazie a te per la recensione. Spero entro primavera di annunciare un paio di novità editoriali; nel frattempo non mancheranno occasionali racconti.
      Inoltre c'è la sezione "Laboratorio", dove fra scarabocchi, prime stesure e testi abbandonati si fa bisboccia insieme e si frullano le idee! :-D

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